Con la virulenta irruzione della pandemia nello scenario globale è aumentata l’attenzione sul tema della digitalizzazione. Infatti, con buona parte degli italiani in smart working e l’introduzione della didattica a distanza per gli studenti, nel nostro Paese l’accesso a una connessione Internet stabile da casa è diventato un elemento fondamentale in quanto necessario allo svolgimento delle attività quotidiane sottoposte al distanziamento sociale. Non a caso, una rete d’infrastrutture digitali efficiente – sia a livello scolastico che della pubblica amministrazione – è uno degli obiettivi del Next generation Eu. Il piano eruopeo per la ripresa economica dalla pandemia prevede infatti che gli Stati investano il 20% delle risorse ricevute in un percorso di effettiva transizione digitale. Come ha sottolineato il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, l’Italia potrà investire più di 40 miliardi nel piano di transizione digitale.
Prima del Next generation Eu, nel 2010 la strategia Europa 2020 aveva già introdotto un’agenda digitale europea. Tra i vari aspetti trattati, uno dei principali era quello legato alla volontà della commissione europea di diffondere la banda larga in maniera omogenea su tutto il territorio Ue. Fissando i seguenti obiettivi:
-banda larga di base (fino a 30 Mbps) per tutti entro il 2013;
-banda larga veloce (oltre 30 Mbps) per tutti entro il 2020;
-banda larga ultraveloce (oltre 100 Mbps) per almeno il 50% degli utenti domestici europei entro il 2020.
L’Italia nel 2013, in linea con gli accordi europei, ha declinato questi target nel documento nazionale di strategia di crescita digitale. Al fine di ideare un piano nazionale che traghetti l’Italia verso la digitalizzazione, mettendo il paese nelle condizioni di adeguarsi alle sfide del mercato internazionale e di stare al passo con i progressi tecnologici. Questa necessità nasce anche da un contesto nazionale nettamente inferiore rispetto ai partner europei. Infatti, nel 2013 l’Italia era quartultima tra i paesi membri dell’Ue con solo il 56% di abitazioni con accesso a Internet contro il 72% della media europea.
Fonte: Openpolis