Si aprirà domani a Venezia il Convegno internazionale COWM2018, dal titolo “Osservatori dei cittadini per la gestione dei rischi naturali e delle risorse idriche”. Un meeting con 80 memorie presentate, 13 sessioni parallele, 2 sessioni interattive e altrettanti eventi speciali. Poi una tavola rotonda e una visita tecnica, con esperti provenienti da Austria, Belgio, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Corea, Olanda, Regno Unito, Repubblica Ceca, Israele, Spagna, Svizzera, Svezia, Slovenia e Stati Uniti.
Organizzato dall’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, il simposio (27-30 novembre) rappresenterà un’occasione di confronto tra gli esperti delle Università e dei Centri di ricerca europei, le Amministrazioni pubbliche, le aziende, come pure le società impegnate nel settore delle risorse idriche. Gli eventi di origine naturale rappresentano importanti sorgenti di alterazione ambientale. Essi comprendono fenomeni di diversa natura, che vanno dalle precipitazioni atmosferiche ai cedimenti strutturali del suolo e alle instabilità geologiche o sismiche, con conseguenze importanti quando assumono configurazioni estreme. A tale proposito occorre un’azione a tutto campo per l’osservazione di estensioni territoriali con scale spaziali comprese in intervalli molto diversificati e una natura fenomenologica intrinsecamente caratterizzata da varia complessità, con un comportamento fortemente dinamico ed un’evoluzione altrettanto variabile.
Al centro dei lavori sarà la Citizen Science, ossia l’intelligenza collettiva nei settori del monitoraggio ambientale, della gestione dei rischi naturali, del monitoraggio e gestione di uso del suolo. Per intelligenza collettiva s’intende un’applicazione corale distribuita ovunque, continuamente valorizzata, coordinata in tempo reale, che porta a una mobilitazione effettiva delle competenze. Tra i temi al centro del dibattito: la difesa delle acque, il cambiamento climatico, il dissesto idrogeologico, la resilienza, l’approccio al futuro che le nuovissime tecnologie consentono in materia di prevenzione, nonchè i “Piani alluvioni” realizzati sulla base della Direttiva Ue 2007/60, in materia dei quali il Distretto Alpi Orientali è all’avanguardia. In chiusura è prevista una visita tecnica da parte degli esperti internazionali ai lavori del Mose, il sistema di barriere che, separando temporaneamente la laguna dal mare, dovrebbe risolvere il problema dell’acqua alta nel capoluogo veneto.