Una consistente fetta della superficie totale agricola italiana, pari a quasi 13 milioni di ettari, è in mano alla Pa e ammonta a circa mezzo milione di ettari, per un valore di 9,9 miliardi. Importo che negli ultimi quindici anni si è incrementato del 31%. La stima, diffusa dalla Coldiretti sulla base di dati Istat, giunge a ridosso della scadenza dell’invito a presentare le manifestazioni di interesse per l’acquisto da parte di giovani di 8mila ettari pubblici della Banca nazionale delle terre agricole avviata dall’Ismea. ”Una iniziativa a livello nazionale che rappresenta un importante esempio da seguire a livello territoriale, visto che la maggior parte dai terreni pubblici è di proprietà di enti locali”, precisa Coldiretti. Il prezzo medio per acquistare un ettaro di terra in Italia – ricorda la Coldiretti – è di 20mila euro, un importo che è quasi il doppio di quello della Germania e circa il triplo della Francia. Il costo medio varia da territorio a territorio. Nel Nord Ovest è di 26.200 euro a ettaro, sale a 40.500 al Nord Est, spinto soprattutto dal mercato vitivinicolo, scende a 14.800 euro al Centro Italia, fino ai 12.900 del Meridione e agli 8.500 delle Isole. Se si considera che la dimensione media di un’impresa agricola italiana è di circa otto ettari – rileva la Coldiretti – il “prezzo d’ingresso” per un giovane agricoltore rischia di diventare proibitivo e ciò rappresenta un grave problema in un momento – come quello attuale – nel quale la “voglia di campagna” è ai massimi storici. Lo dimostra l’aumento del 9% nel terzo trimestre 2017 delle imprese agricole italiane condotte da under 35, salite a 53.475, cifra che regala all’Italia il primato in Europa per numero di aziende giovani. “Affidare i terreni pubblici ai giovani rappresenta una svolta per il Paese, crea ricchezza e nuova occupazione a sostegno della crescita di cui l’Italia ha oggi straordinariamente bisogno”, afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.