Numerose esperienze di successo stanno dando corpo al concetto di “smart city” su scala planetaria, declinandolo in base alle esigenze e alle specificità della propria realtà. Diversi gli esempi da segnalare. Significativo il caso di Buenos Aires. Con oltre tre milioni di abitanti, la città è situata all’incrocio fra il Rio de la Plata e l’oceano Atlantico, in un punto dove il fiume, il più ampio del mondo, si estende fino a 140 miglia. In funzione delle maree oceaniche, il fiume provoca frequenti alluvioni con esiti talora drammatici. Carla Vidiri, direttrice degli interventi di manutenzione delle fognature della città, e Fiona Galotti, coordinatrice speciale per le inondazioni e la riduzione della pioggia, descrivono le scene del 2013 quando i residenti viaggiavano in barca sulla J. B. Justo Avenue, la strada principale che attraversava Buenos Aires. Con cinque metri di acqua che inonda case e negozi, i cittadini hanno perso tutto. Da allora, la città è corsa ai ripari installando una vasta rete di sensori attraverso il suo sistema sotterraneo di drenaggio. I sensori registrano le letture delle quantità di precipitazioni e dei livelli di acqua durante le tempeste e trasmettono le informazioni in tempo reale ai funzionari della città, creando un sistema di allarme rapido ed efficace contro le inondazioni.
Grazie a una conoscenza più approfondita delle cause – e delle misure di controllo – delle inondazioni, la città ha aggiunto nuove infrastrutture di drenaggio e ha avviato un regolare programma di manutenzione delle tubazioni fognarie. Ha inoltre creato modelli più sofisticati per monitorare l’acqua piovana e il flusso dei fiumi e sta sviluppando progetti infrastrutturali su larga scala per prevenire inondazioni e danni a strade e ponti. Vidiri e Galotti, che dicono di sentirsi dei “moschettieri” nella lotta contro le inondazioni, hanno riferito che la frequenza e la gravità delle tracimazioni dell’acqua sono già drasticamente diminuite. Tutto ciò in virtù dell’impiego di sofisticate tecnologie ‘intelligenti’.