Semplificazioni, incentivi alla digitalizzazione e misure di trasparenza per il contrasto all’illegalità. Questa la sintesi delle dieci osservazioni e proposte che insieme, Ance e Anci, fanno al governo nell’ottica di rivedere il Codice degli Appalti.
Nel documento sottoscritto dall’associazione dei costruttori edili e da quella dei Comuni italiani – presentata il 19 luglio a Roma nella sede dell’Ance – si fa notare che “i Comuni sono stati tra gli enti appaltanti più colpiti dall’entrata in vigore del nuovo codice. Nel 2016 hanno registrato un calo del 37% dell’importo complessivamente posto in gara, sebbene però ci sia stata una ripresa del 13% nel 2017 e del 24% nei primi 5 mesi del 2018”.
In primis, le due associazioni chiedono di prevedere un’unica fonte regolamentare per l’attuazione del Codice appalti, abrogando tutti i provvedimenti attuativi, visto che a due anni dall’entrata in vigore della norma sui 66 previsti ne sono stati pubblicati solo 28.
Ance e Anci chiedono poi – fra le altre cose – semplificazioni per i piccoli Comuni e le loro aggregazioni, di accelerare la definizione del contenzioso in materia di appalto e la definizione delle regole tecniche per l’utilizzo delle piattaforme di e-procurement.