Nei contratti di partenariato pubblico-privato le stazioni appaltanti utilizzano in maniera ancora troppo limitata la matrice dei rischi. Tale mancato utilizzo si rileva in particolare per gli affidamenti di importo inferiore a un milione di euro, forse per la difficoltà a gestire uno strumento complesso come il partenariato. E’ quanto emerge da un’indagine promossa da Anac, in vista dell’aggiornamento delle Linee guida riguardanti proprio il partenariato pubblico-privato. Per gli affidamenti sopra soglia, ove la matrice dei rischi è largamente utilizzata, secondo Anac occorre verificare la qualità della matrice utilizzata. Per questo l’Autorità intende avviare un’indagine statistica per capire come effettivamente è stata utilizzata la matrice dei rischi, avendo rilevato come l’utilizzo della matrice dei rischi sembri rappresentare un modo per stimolare un maggiore approfondimento sulle caratteristiche del contratto e giungere a una migliore allocazione dei rischi.
L’obiettivo finale è infatti quello di monitorare le amministrazioni aggiudicatrici nei contratti di partenariato pubblico-privato allo scopo di verificare l’attività dell’operatore privato, e accertare che da parte del pubblico ci sia una equilibrata ripartizione del rischio. A tal fine Anac ha deliberato nella seduta del consiglio del 20 ottobre scorso, di procedere con l’aggiornamento, sottoponendo il documento delle Linee guida a consultazione aperta al pubblico.
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Aggiornamento delle Linee Guida n. 9, di attuazione del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, recanti «Monitoraggio delle amministrazioni aggiudicatrici sull’attività dell’operatore economico nei contratti di partenariato pubblico privato”.