Si svolge oggi a la Conferenza internazionale ad alto livello sul Sahel. Un simposio copresieduto dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, dal presidente in carica del G5 Sahel e presidente del Niger, Mahamadou Issoufou, dal presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat, e dal sottosegretario generale della Nazioni Unite incaricato delle operazioni di mantenimento della pace, Jean-Pierre Lacroix.
La Conferenza è volta al rafforzamento e al sostegno internazionale necessario ai Paesi del Sahel (Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger e Ciad) negli ambiti della sicurezza e dello sviluppo, in particolare attraverso un sostegno finanziario concreto alla forza congiunta G5 Sahel. L’Ue appoggia i Paesi del G5 su tre assi principali: politica, sviluppo e sicurezza. In Africa, sei persone su dieci hanno meno di 25 anni e da qui al 2050 la popolazione giovanile raddoppierà, passando da circa 230 milioni ad oltre 450 milioni. Per tanti Paesi africani è essenziale che alla crescita demografica corrispondano adeguati sbocchi occupazionali. L’istruzione, lo sviluppo e il lavoro sono perciò i punti chiave per migliorare la qualità di vita e contenere i flussi migratori.
“Le relazioni con i nostri partner africani – ha detto in apertura Juncker – si stanno consolidando sempre più. L’Ue è il primo partner del Sahel e dell’Africa in generale. Vogliamo aiutare questa regione a essere più sicura e più forte e offrire opportunità per il futuro dei suoi abitanti, in particolare dei giovani. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo assicurarci tutti insieme che sicurezza e sviluppo avanzino di pari passo.”