Entro il 2041 solo 1 famiglia su 4 sarà una coppia con figli, le nuove previsioni delineate dall’ISTAT sul futuro demografico confermano la presenza di un quadro di crisi con la popolazione residente in decrescita: da 59 mln al 1° gennaio 2021 a 57 mln nel 2030, a 54 mln nel 2050 fino a 47 mln nel 2070. Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) potrebbe passare da 3 a 2 nel 2021 a 1 a 1 nel 2050.
Sul territorio entro 10 anni in 4 Comuni su 5 è atteso un calo di popolazione, in 9 su 10 nel caso di Comuni di zone rurali. Le famiglie saranno in crescita ma con un minore numero di componenti, meno coppie con figli, più coppie senza: entro il 2041 1 famiglia su 4 sarà composta da 1 coppia con figli, più di 1 su 5 non ne avrà.
Entro 10 anni un numero crescente di Comuni, l’80%, andrà incontro a un calo demografico entro il 2031.
Ciò è dovuto alla bassa fecondità, che colpisce uniformemente la struttura per età delle popolazioni, ma anche a livelli migratori sfavorevoli per alcune realtà territoriali, è forte tanto l’emigrazione per l’estero quanto quella per l’interno. A livello nazionale si valuta che tra il 2021 e il 2031 i Comuni delle zone rurali registreranno una riduzione della popolazione del 5,5%, passando da 10 a 9 mln di residenti, in tali aree i Comuni con saldo negativo della popolazione sono l’86% del totale.
La questione investe soprattutto le aree del Mezzogiorno, dove i Comuni delle zone rurali con bilancio negativo sono il 94% del totale e dove si riscontra una riduzione della popolazione pari all’8,8%.
Per i 1.060 Comuni che ricadono nelle Aree interne, zone contraddistinte dalla distanza fisica dai servizi essenziali, la condizione demografica risulta ancora più sfavorevole: la quota di Comuni con un saldo negativo nel decennio sale al 94%, facendo registrare una riduzione della popolazione pari al 9% (del 10,4% considerando solo il Mezzogiorno).
In una situazione migliore si collocano i Comuni a densità intermedia (piccole città e sobborghi), dove il calo demografico è dell’1,9% (la popolazione transita nel decennio da 28,3 a 27,7 mln); minore anche la quota di Comuni interessati dal calo demografico, il 70% del totale, che sale all’84% nel solo Mezzogiorno.
Infine anche Città e Zone densamente popolate saranno interessate da spopolamento, la capacità attrattiva delle aree a forte urbanizzazione farà sì che nel decennio il calo della popolazione sia solo dell’1,8% con il 65% dei Comuni destinati a subire un saldo negativo dei residenti.
Nel giro di 20 anni si prevede un aumento del numero di famiglie di 1 milione di unità: da 25,3 mln nel 2021 si arriverà a 26,3 mln nel 2041 (+3,8%); famiglie sempre più piccole, il cui numero medio di componenti scenderà da 2,3 persone nel 2021 a 2,1 nel 2041. Anche le famiglie con almeno 1 nucleo (contraddistinte dalla presenza di 1 relazione di coppia o di tipo genitore-figlio) varieranno la loro dimensione da 3 a 2,8 componenti: in breve nel 2041 avremo 1 milione di famiglie in più, ma più piccole.
A incidere sull’aumento del numero di famiglie sono le famiglie senza nuclei, che con un incremento del 20,5%, da 9 a circa 11 mln nel periodo 2021-2041, arriverebbero a costituire il 41,4% delle famiglie totali. Al contrario, le famiglie con almeno 1 nucleo seguirebbero una tendenza opposta, presentando una diminuzione del 5,4% nei 20 anni considerati, tali famiglie, oggi pari a 16,3 mln ossia il 64,3% del totale, nel 2041 scenderebbero a 15,4 mln rappresentando il 58,6% del totale.
Fonte: Istat