Dall’esame del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si arriva alla parte dedicata alla “Digitalizzazione e modernizzazione della PA” dove l’azione per la “modernizzazione” è declinata in 4 obiettivi a cui corrispondono linee di azione e una previsione di investimenti.
Reclutamento di capitale umano per una PA capace
Si parte dall’affermazione che: “Il personale pubblico in Italia, dopo anni di blocco del turn over, registra forti carenze in alcuni settori e un’età media elevata. Ciò rende prioritario assicurare un ricambio generazionale”. L’investimento mira a migliorare la capacità di reclutamento del settore pubblico, ovviamente nell’investimento non è previsto coprire le spese per i nuovi assunti, che rientrano nell’ordinario bilancio dello Stato e sono equivalenti ai costi di chi esce dalla PA, ma solo le spese di riorganizzazione del reclutamento che si sostanziano in 4 azioni:
· il ripensamento dell’analisi dei fabbisogni da connettere con le nuove mission delle PA in attuazione del PNRR. L’analisi dei fabbisogni di personale detta i nuovi concorsi ed è il passaggio cruciale per progettare una PA diversa
· il rafforzamento della stagione concorsuale attraverso la programmazione periodica dei concorsi pubblici, con un ripensamento anche delle prove concorsuali per introdurre soft skills.
· la realizzazione di un piano organico di assunzioni di personale a tempo determinato, destinato al rafforzamento delle amministrazioni coinvolte nella realizzazione del Recovery Plan.
· la realizzazione di un “Portale del reclutamento”, che consentirà ai cittadini di accedere in maniera centralizzata e sistemica ai concorsi a disposizione.
Lo stanziamento totale per questo intervento è di 210 milioni, che si aggiungono a quelli per le assunzioni relative ai singoli progetti del PNRR, a valere sulle risorse degli stessi.
La valorizzazione del capitale umano per una PA competente
L’investimento ha l’obiettivo di rafforzare la conoscenza e le competenze del personale della PA necessarie per contribuire alla trasformazione digitale del settore. Una novità è data dall’affermazione di voler individuare efficaci forme di valorizzazione del personale con elevate capacità professionali in servizio nelle Amministrazioni. Attualmente prevale un modello organizzativo che deprime i professionisti con elevate professionalità tecniche, ma che non svolgano funzioni manageriali. Questo ha svuotato le amministrazioni di tecnici (progettisti, ingegneri, architetti, geologi, geografi, analisti di dati, ecc.), mettendoli in condizione di inferiorità rispetto alle aziende fornitrici, questo Piano dovrebbe segnare un cambio di direzione in questo senso.
L’obiettivo è declinato in 5 azioni:
· introduzione di meccanismi di rafforzamento del ruolo, delle competenze e delle motivazioni dei civil servant attraverso percorsi di valorizzazione della professionalità;
· introduzione di un nuovo modello di lavoro pubblico con valutazione e remunerazione basate sul risultato e la valorizzazione economica delle risorse umane aventi caratteristiche di eccellenze professionali.
· introduzione di meccanismi di rafforzamento del ruolo e delle competenze dei dirigenti pubblici.
· riforma del sistema di formazione e certificazione della qualità dell’offerta formativa
· lavoro agile e nuove forme di organizzazione del lavoro pubblico finalizzate all’ incremento della produttività individuale.
Lo stanziamento per questo intervento è di 720 milioni.
La semplificazione delle procedure e la digitalizzazione dei processi per una Pa connessa
Mai come durante la pandemia abbiamo avuto bisogno di un’amministrazione veloce, semplice e vicina. Questo investimento ha l’obiettivo di trasformare la PA in un’organizzazione snella e connessa, capace di offrire servizi pensati sulle reali esigenze di cittadini ed imprese e disegnati in una logica utente-centrica. Un obiettivo ambizioso e di non facile realizzazione, il Piano vuole arrivarci attraverso la mappatura completa di tutte le procedure amministrative inerenti alle attività economiche o alla vita dei cittadini, con priorità per quelle necessarie alla rapida attuazione dei progetti del Recovery Plan e con la consultazione ad hoc delle categorie interessate. Questo censimento è un ottimo inizio a cui si affiancano 2 azioni importanti:
· la messa a disposizione delle amministrazioni di un team di esperti multidisciplinari per aiutarli a velocizzare i procedimenti;
· l’interoperabilità dei flussi documentali tra amministrazioni per le procedure inerenti all’edilizia.
Lo stanziamento è di 480 milioni, in questo caso non si parte da zero e l’azione fatta dal Dipartimento della Funzione Pubblica con l’Agenda per la semplificazione è un ottimo punto di partenza, ma affiancare le amministrazioni è indispensabile perché la semplificazione non rimanga al livello di norme, ma cambi effettivamente i comportamenti.
PA smart: creazione di poli per il coworking, lo smart working, il reclutamento e la formazione
Il quarto obiettivo può contare su un investimento di 100 milioni e prevede la progettazione e la realizzazione, anche attraverso il recupero di beni demaniali, di poli tecnologici territoriali delle amministrazioni pubbliche (PTA), riprogettate secondo modelli innovativi dell’utilizzo dello spazio e di prestazione delle attività lavorative, che fungano da:
· spazi di coworking e smart working, anche al fine di decongestionare i centri urbani;
· poli di innovazione tecnico-organizzativa, grazie all’interazione e alla socializzazione di dipendenti di amministrazioni diverse;
· centri di formazione e di erogazione di servizi pubblici.
La ricostruzione dei luoghi fisici per lavorare, la collocazione vicina ai lavoratori e agli utenti, la molteplice funzione che potrebbe aumentarne la vitalità sono obiettivi funzionali ad un recupero intelligente delle aree periferiche delle città e delle aree marginalizzate del Paese da cui, ogni mattina, si riversa un fiume di lavoratori per andare ad intasare il centro delle nostre metropoli. Ci vorrà gradualità per non desertificare il centro e anche la capacità di far convivere diverse modalità di lavoro perché non aumenti l’isolamento del personale meno qualificato, che potrebbe correre il rischio di essere posto fuori dai luoghi dove si prendono decisioni; servirà un atteggiamento di apertura, di ascolto, di co-progettazione delle soluzioni insieme ai lavoratori e alle loro organizzazioni.
Estratto di un articolo pubblicato su FORUM PA