Recuperare i beni confiscati alla criminalità organizzata per reinserirli nel circuito economico legale significa anche poter operare in un quadro normativo omogeneo a livello regionale, che consenta di valorizzarli. Questo l’obiettivo dello schema-tipo di proposta di legge regionale presentato in videoconferenza al direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), Bruno Corda, da una delegazione della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle regioni e delle province autonome, coordinata dal presidente del consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala. Armonizzare la legislazione regionale sui beni confiscati alle mafie sarebbe un valore aggiunto soprattutto per quanto riguarda le aziende, che in questa fase hanno bisogno di una rete territoriale per la loro effettiva reimmissione nell’economia produttiva legale, ha sottolineato il prefetto Corda auspicando tempi brevi.
“Allo stesso modo – ha detto il prefetto ai presidenti di regione e provincia autonoma – c’è bisogno del massimo sforzo per finanziare interventi che rendano utilizzabili i beni sottratti definitivamente alla criminalità organizzata, che spesso si trovano in condizioni precarie. Questo anche per dare slancio al loro uso da parte di associazioni e altri soggetti del privato sociale”.
Dopo che la legge n.161/2017 ha ampliato la platea dei possibili assegnatari, e quindi le possibilità di reimpiego dei beni in questione, questi enti possono oggi concorrere al loro utilizzo, come ha osservato il direttore Anbsc ricordando il recente bando dell’Agenzia, il primo destinato agli enti del “Terzo settore”. Massima disponibilità da parte dei consigli regionali, ha assicurato il presidente Cicala, a collaborare in modo ancora più stretto con l’Agenzia nazionale, anche per sensibilizzare i territori sull’importanza del recupero sociale di immobili, aziende e altri beni confiscati alle mafie. In quest’ottica, partirà un tavolo di confronto tra l’Anbsc e il Coordinamento delle commissioni e degli osservatori regionali antimafia della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle regioni e delle province autonome per mettere a punto una campagna di comunicazione sul tema, rivolta ai cittadini.
Fonte: Ministero dell’interno