Si è svolta nella sede della prefettura, la conferenza di servizi dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati. Coordinata dal direttore dell’agenzia, Ennio Mario Sodano, è stata la terza tappa nelle regioni del centro Nord d’Italia.
Il messaggio lanciato è chiaro: la mafia si sconfigge con le forze di polizia, il controllo del territorio, l’attività della magistratura, le politiche sociali. Ma c’è anche un fronte che ha un’importanza sì economica, ma anche pedagogica. È l’ assegnazione dei beni sequestrati alle organizzazioni criminali ai Comuni e ad altre istituzioni dello Stato. In questo che si può considerare un altro passo verso la legalità è stata annunciato dalla Prefettura di Milano che 97 immobili, fra appartamenti, terreni, box, per un valore di oltre 13 milioni di lire, confiscati definitivamente in Lombardia in particolare nella città metropolitana del capoluogo lombardo e in provincia di Monza, saranno consegnati agli enti locali.
Sono state presentate manifestazioni di interesse per quasi tutti i beni in gran parte da Comuni per scopi sociali e istituzionali. Luciana Lamorgese, prefetto di Milano, ha evidenziato che “il messaggio è chiaro: lo Stato esiste e il fatto che venga restituito alla collettività un bene che fino a poco prima era tenuto da consorterie criminali è un messaggio forte. Si riporta la legalità”.
Nella maggior parte dei casi, le manifestazioni di interesse sono state presentate da Comuni, che li utilizzeranno per scopi sociali e istituzionali. Anche la direzione regionale Lombardia dell’agenzia del Demanio ha manifestato l’interesse. Per ottenere l’assegnazione del bene sarà necessaria l’approvazione successiva del Consiglio direttivo dell’Anbsc: «Ci troviamo in una delle città italiane più attente allo sviluppo economico – spiega il direttore dell’agenzia, Sodano -. Siamo consapevoli della importanza della legalità e della riconversione per usi sociali e istituzionali di beni e aziende sottratti alla criminalità». Del resto «i dati presentati dimostrano inesorabilmente che le mafie si sono insinuate ovunque nel Paese»; allo stesso modo, «in ogni parte registriamo un forte e crescente senso di riscatto. Non si tratta di un recupero in termini valoriali, ma anche della profonda convinzione che si può ottenere dal riutilizzo dei beni un incremento di economia legale». Sulla riunione si è espresso l’assessore alle Politiche sociali del Comune Pierfrancesco Majorino: «Abbiamo annunciato che su tutti i beni confiscati che al momento sono liberi faremo la manifestazione di interesse. Quelli occupati devono essere liberati». Tra i beni che interessano c’è un gruppo sul territorio che si trova fra corso Lodi, via Eustachi e viale Tunisia. Majorino ha posto il tema dell’immobile di via Mosso, vicino a via Padova, immobile confiscato che da anni viene chiesto all’agenzia nazionale. Il prefetto si è impegnato a trovare una soluzione.
In Lombardia sono 1078 i beni destinati a partire dal 1993, dei quali 225 nel 2017. Nella città di Milano: 628 beni, di cui 99 nel 2017. Nella provincia di Monza Brianza 88 beni dal 2005, dei quali 41 nel 2017.