I dati delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche presentate nel 2017 (riferite all’anno di imposta 2016) vedono circa 40,9 milioni di contribuenti assolvere all’obbligo dichiarativo, direttamente attraverso la presentazione dei modelli di dichiarazione “Redditi persone fisiche e 730″, o indirettamente attraverso la dichiarazione dei sostituti d’imposta (Certificazione unica). Secondo i dati del Mef, il numero totale dei contribuenti è risultato in aumento di circa 100.000 soggetti (+0,25%) rispetto all’anno precedente. Il reddito complessivo dichiarato ammonta a 843 miliardi di euro (+10 miliardi rispetto all’anno precedente).
L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (24.750 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (23.450 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (14.950 euro). In generale, nel 2016 il reddito nelle regioni del Sud, pur aumentato rispetto all’anno prima, è cresciuto meno rispetto alla media nazionale. Le retribuzioni da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’82% di quelle complessive dichiarate; il reddito da pensione, rappresenta circa il 30% del totale.
I lavoratori autonomi mostrano i proventi medi più elevati, pari a 41.740 di euro mentre il compenso medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è pari a 21.080 euro. Il reddito dei lavoratori dipendenti si attesta a circa 20.680 euro, mentre quello dei pensionati a 17.170 euro. Il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate risulta, infine, di 17.990 euro. E’ utile ricordare che la quasi totalità dei guadagni da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nell’Irpef.
Per “imprenditori” nelle dichiarazioni Irpef s’intendono i titolari di ditte individuali, escludendo pertanto coloro che esercitano attività economica in forma societaria; la definizione di imprenditore inoltre non può essere assunta come sinonimo di “datore di lavoro” poichè la gran parte delle ditte individuali non ha personale alle proprie dipendenze. Sarebbe pertanto improprio utilizzare i dati sopra riportati per confrontare i redditi degli “imprenditori” con quelli dei dipendenti.
Analizzando l’andamento dei redditi delle singole categorie di contribuenti emerge che , rispetto al 2015, sono cresciuti in misura significativa i redditi medi d’impresa (+5,3%) e da lavoro autonomo (+9,0%), anche per effetto dell’ampliamento dell’applicabilità del regime forfetario: la fuoriuscita dalla tassazione ordinaria di imprenditori e lavoratori autonomi di piccole dimensioni, che dichiarano normalmente redditi bassi, determina infatti un aumento del reddito medio dichiarato soggetto a Irpef ordinaria. Cresce anche il reddito medio da partecipazione (+5,7%).
Il reddito medio da pensione mostra una crescita dell’1,8%, confermando il trend degli anni precedenti, mentre il reddito medio da lavoro dipendente rimane sostanzialmente stabile (+0,1%).Tuttavia, se si includono nel reddito medio da lavoro dipendente i premi di produttività, per i quali nel 2016 è stata reintrodotta la tassazione sostitutiva, la variazione sale al +0,6%.
Nel 2016 l’ammontare del reddito da fabbricati soggetto a tassazione ordinaria ammonta a 27,5 miliardi di euro, con una riduzione del 2,4% rispetto al 2015. I redditi da fabbricati di immobili locati soggetti a tassazione sostitutiva (cedolare secca) mostrano incrementi sostanziali, del 9,4% in caso di aliquota ordinaria (al 21%) e del 31,6% in caso di aliquota ridotta per canone concordato (al 10%).
Due anni fa inoltre vi è stato il blocco degli aumenti delle aliquote dei tributi locali che ha riguardato anche le addizionali all’Irpef. Eventuali aumenti sono scattati in automatico nelle regioni con deficit sanitari. Nel 2016 l’addizionale regionale Irpef è ammontato a circa 11,9 miliardi di euro (+0,9% rispetto al 2015). L’addizionale regionale media è stata pari a 410 euro (400 euro nel 2015). I valori più alti sono stati registrati nel Lazio (640 euro) e in Piemonte (510 euro), in relazione agli automatismi fiscali per il deficit sanitario attivi in entrambe le regioni; i valori più bassi sono stati rilevati in Basilicata e in Sardegna (entrambe a 270 euro). L’addizionale comunale si è attestata invece su 4,7 miliardi di euro complessivi, in aumento dello 0,9% rispetto al 2015, con un importo medio pari a 190 euro, che è andato dal valore massimo di 250 euro nel Lazio, al valore minimo di 60 euro nella Provincia autonoma di Bolzano.