Il caporalato si conferma piaga ancora aperta dell’agricoltura nazionale, nonostante la legge 199/16 e il Protocollo ”Cura Legalità Uscita dal ghetto” del 2016. Lo dimostrano i dati contenuti nel Rapporto annuale dell’attività di vigilanza sul fenomeno. Infatti, su un totale di 7265 ispezioni condotte nel 2017 dall’Ispettorato nazionale del lavoro, in agricoltura sono stati individuati 5222 lavoratori irregolari, di cui 3549 in nero per un tasso d’irregolarità pari al 50%. Inoltre, per effetto dell’attività di polizia giudiziaria, sono stati individuati 387 lavoratori vittime di sfruttamento, mentre i provvedimenti di sospensione delle attività imprenditoriali sono stati 360, dei quali 312 revocati successivamente a seguito di regolarizzazione.
”Questi dati ancora allarmanti – commenta Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil nazionale – ci dicono come il contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura sia elemento fondamentale per un settore ancora fortemente aggredito da tali fenomeni. Alcuni numeri, però, dimostrano anche come con le nuove norme non ci si sia fermati alla sola azione repressiva, ma siano anche stati avviati percorsi di regolarizzazione. Il Protocollo – ha poi concluso la Galli – che ha determinato un’importante azione mirata al contrasto del caporalato nel settore agricolo in alcune aree del Paese, dovrebbe essere rinnovato, rilanciato sui territori e rifinanziato”.