Nelle città, soprattutto in quelle di grandi dimensioni, la qualità dell’aria migliora nonostante sia ancora alto il livello delle concentrazioni PM10 e NO2. E’ stato presentato il 16 febbraio il Rapporto “MobilitAria 2018”, curato da Kyoto Club e Cnr-Iia, in occasione della conferenza “Cambiamenti climatici, politiche di mobilità e qualità dell’aria nelle grandi città italiane”. Lo studio muove dalla considerazione che in Italia mancherebbe un serbatoio condiviso in cui far convergere, in modo integrato, i dati sulla mobilità urbana da mettere in correlazione con l’andamento della qualità dell’aria.
Per il Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto sull’inquinamento atmosferico e per di Kyoto club – Gruppo mobilità sostenibile, occorre un contesto dove trovare traccia dei provvedimenti e delle azioni svolte dalle Amministrazioni comunali, dove ragionare sui risultati, scambiando esperienze e buone pratiche. Vi sono, è vero, istituti di ricerca, ministeri, agenzie, osservatori, associazioni, enti locali che raccolgono ed elaborano dati settoriali, ma la reale ottimizzazione potrebbe arrivare da una visione integrata dei dati e dei fenomeni.
Il Report “MobilitAria 2018” prende in esame le città di Milano, Torino, Roma, Bologna, Venezia, Genova, Firenze, Bari, Cagliari, Catania, Messina, Napoli, Palermo, Reggio Calabria analizzandone i parametri di inquinamento e sostenibilità nel decennio 2006-2016. In generale per quanto riguarda la qualità dell’aria viene rilevato un miglioramento diffuso insieme a una lieve diminuzione delle concentrazioni annuali. Restano, tuttavia, alti i livelli di PM10, PM2,5 e NO2. Per il biossido di Azoto (NO2) sono stati registrati miglioramenti tra il 36% e il 45% a Bari, Bologna, Catania e Reggio Calabria, mentre si fermano sotto il 20% nelle città di Firenze, Napoli, Venezia e Palermo. Nei diversi anni hanno però presentato superamenti Roma, Milano, Torino, Firenze, Genova, Napoli e Catania.
Una nota positiva è data dalla diminuzione delle concentrazioni di Particolato atmosferico (PM10) con i principali decrementi registrati a Torino (-47%), Genova (-37%), Firenze (-36%) e Roma (-35%). Nonostante il calo diffuso delle concentrazioni, i valori di PM10 sono tuttavia superiori al limite (35 per anno) soprattutto nelle città di Milano, Torino e Venezia. Per quanto riguarda i valori di PM2,5 le città con riduzioni più evidenti sono: Bologna (-43%), Napoli (-43%), Roma (-38%) e Cagliari (-36%); mentre rimangono alti i valori a Milano, Torino e Venezia. Per i valori di PM2,5 le città con riduzioni più marcate risultano: Bologna (-43%), Napoli (-43%), Roma (-38%) e Cagliari (-36%); mentre rimangono alti i valori a Milano, Torino e Venezia.
Osservando poi il tasso di motorizzazione, pur registrando una lieve diminuzione, resta comunque alto a Catania (684 veicoli/1000 abitanti), Cagliari (646/1000) e Torino (639/1000). Le città che usano più l’automobile sono Cagliari (78%), Reggio Calabria (76%), Catania e Messina (68%). Per l’uso del Trasporto pubblico urbano (Tpl) sul podio troviamo Milano (38%) e Genova (30%), maglia nera invece per la città etnea (5%). Per il bike sharing, buona la performance di Milano, Torino e Firenze. Il capoluogo toscano presenta l’area pedonale più estesa, ma coloro che camminano maggiormente sono i cittadini di Napoli (19%), Venezia e Bari (18%). Aumentano anche le piste ciclabili: Firenze è la città dove si pedala di più (9%), seguita da Mestre (8%), Bologna e Milano (6%), Torino (3%). Crescono, inoltre, le Zone a traffico limitato, in particolare a Mestre, Bari, Genova, Napoli e Palermo.
Alla presentazione del Rapporto la curatrice e membro del GdL “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club, Anna Donati ha detto: “Dobbiamo decisamente fare di più per la mobilità sostenibile nelle città.. Serve potenziare il trasporto collettivo e la cura del ferro a scala metropolitana, aumentando l’uso della bicicletta, ampliando le aree pedonali, promuovendo il veicolo elettrico a partire dagli scooter e puntando sull’uso condiviso dei veicoli. Perché solo in questo modo avremo un miglioramento della qualità dell’aria, della sicurezza stradale e degli spazi urbani”.
“Occorre legare gli sforzi per migliorare la qualità dell’aria con la necessità di ridurre i gas climalteranti in accordo con gli impegni di Parigi – ha sottolineato il direttore scientifico di Kyoto club, Gianni Silvestrini -. Da questo punto di vista l’Italia deve recuperare un ritardo storico sulla mobilità elettrica, puntando a superare l’obiettivo di 5 milioni di auto elettriche al 2030 indicato nella Strategia elettrica nazionale. A partire dal prossimo decennio si vedranno poi circolare anche i veicoli elettrici a guida autonoma elettrici e in condivisione: un’evoluzione che, se ben indirizzata, consentirà di ridurre il numero delle auto e darà spazio alle biciclette”.
La Strategia energetica nazionale 2017 ha posto un orizzonte di azioni da conseguire al 2030. Un percorso in linea con lo scenario a lungo termine del 2050 stabilito dalla road app europea, che prevede la riduzione di almeno l’80% delle emissioni rispetto al 1990. Gli obiettivi al 2030 guardano a migliorare la competitività del Paese riducendo il gap di prezzo e di costo dell’energia rispetto all’Europa, in un contesto di prezzi internazionali crescenti; il raggiungimento e il superamento in modo sostenibile degli obiettivi ambientali e di decarbonizzazione al 2030 definiti a livello europeo, in linea con i futuri traguardi previsti dalla Cop21; il miglioramento della sicurezza e dell’approvvigionamento dei sistemi e delle infrastrutture energetiche.