Il turismo è indubbiamente un settore fondamentale per lo sviluppo del Paese, purtroppo non ancora adeguatamente gestito e promosso rispetto alle potenzialità esistenti, considerando che l’Italia detiene circa il 70% del patrimonio artistico mondiale. Ecco perché il Consiglio dei ministri ha approvato lo scorso febbraio “Il piano strategico di sviluppo del turismo”. “Può far da volano, ma bisogna attuarlo il più in fretta possibile – commenta Luca Patanè, presidente di Confturismo, nel corso del Forum di Confcommercio. “C’è, infatti, bisogno di un sistema più efficiente che accresca la competitività delle imprese del settore, che promuova con più forza la nostra offerta turistica, che valorizzi maggiormente e renda più fruibili la ricchezza, la varietà e la bellezza dei nostri territori.
Il turismo – prosegue – continua a giocare un ruolo fondamentale nella nostra economia, ma ci sono una buona e una cattiva notizia. La buona notizia è che gli stranieri stanno scoprendo l’Italia minore, prendendo d’assalto le località e i borghi con un grande patrimonio storico, artistico, culturale, paesaggistico, che tra il 2009 e il 2015 hanno registrato una crescita di oltre il 40% di arrivi stranieri. Queste aree hanno però successo se vicine alle grandi città d’arte che giocano un ruolo primario anche nella valorizzazione di queste nuove destinazioni. La cattiva notizia- spiega Patanè – è che, nonostante l’aumento dei turisti e degli arrivi dall’estero, si soggiorna e si spende sempre meno. Un dato per tutti: dal 2001 al 2016 la spesa dei turisti stranieri si è ridotta di oltre un terzo, passando da più di 1000 euro a circa 660 euro. Anche se – ha concluso – per la prima volta nel 2016 c’è stata una piccola inversione di tendenza con un lieve aumento della permanenza media rispetto al 2015”.