Nel 2016, il debito delle Amministrazioni locali è diminuito di 3,6 miliardi (a 89,1), mentre il debito pubblico complessivo ha subito un incremento di 45 miliardi rispetto al 2015 toccando quota 2.217,7 miliardi. Lo comunica la Banca d’Italia nel bollettino sulla Finanza pubblica, sottolineando come questo aumento sia da attribuire all’incremento del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (+42,5 miliardi) e alla crescita di 7,4 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (che a fine 2016 si attestavano a 43,1 miliardi).
D’altra parte, aggiunge Via Nazionale, l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio ha contenuto il debito per 4,9 miliardi. Quanto alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 48,6 miliardi (a 2.128,4) a fronte della citata diminuzione di quelle locali. Sostanzialmente stabile invece il debito degli Enti di previdenza. Inoltre, sempre nel 2016, sono aumentate di oltre 5 miliardi le entrate tributarie, che hanno toccato i 438,577 miliardi rispetto ai 433,430 miliardi del 2015. In aumento di 3,4 miliardi anche le altre entrate (salite a 64,064 miliardi) per un totale d’incassi di bilancio di 502,36 miliardi di euro.