Tasse al top a Roma, Torino e Napoli. E se la situazione della Capitale è nota da tempo: ha le addizionali comunali più alte d’Italia perché deve coprire la gestione commissariale di un debito di 12 miliardi con un mutuo dello Stato fino al 2048, sorprende la distribuzione geografica ‘irrazionale’ dei municipi con le tasse più alte. Se dopo le grandi metropoli troviamo Genova, Bologna, Ancona e Campobasso salta il criterio del nord e sud e l’analisi dei fattori non può che ricondurre al sistema ormai deteriorato tra Stato ed Enti locali nella distribuzione dell’imposizione fiscale.
Sono questi, dunque, i capoluoghi di regione con le aliquote fiscali più alte relative a Irap, Irpef, Imu e Tasi. Sette città che hanno, in tre casi su quattro, i livelli più alti di imposte sulle imprese e sulle famiglie, sui capannoni industriali e sulle case. E’ quanto risulta dalla ‘Mappa del fisco locale in Italia’ realizzato dal Centro studi di Unimpresa.
L’analisi dell’associazione, basata su dati dell’Agenzia delle Entrate, della Corte dei conti e del Dipartimento Finanze, prende in considerazione le aliquote Iperf (definite dalle regioni), il totale delle addizionali Irpef (regioni e comuni), l’Imu e la Tasi. La classifica è stata realizzata sulla base di “punti” attribuiti alle città e alle relative regioni che applicano aliquote particolarmente elevate nei quattro principali tributi pagati anche su base territoriale. In totale sono stati assegnati 41 “punti”.
Con due “punti”, nella classifica dei tributi territoriali, figurano poi Firenze, Palermo, Perugia, Bari, Potenza, Trieste e Catanzaro. Un solo “punto”, invece, per Milano, Cagliari, L’Aquila, Aosta, Trento e Bolzano. Fisco light a Venezia, unica città che non risulta mai tra quelle con aliquote elevate.
A Roma, segnala l’associazione, si paga il 4,82% di Irap, il 4,23% di addizionali Irpef, l’1,06% di Imu. A Torino si paga il 4,13% di addizionali Irpef, l’1,06% di Imu e lo 0,33% di Tasi. A Napoli si paga il 4,97% di Irap, l’1,06% di Imu e lo 0,33% di Tasi. A Genova e Bologna si paga il 3,13% di addizionali Irpef, l’1,06% di Imu e lo 0,33% di Tasi. Ad Ancona si paga il 4,73% di Irap, l’1,06% di Imu e lo 0,33% di Tasi. A Campobasso si paga il 4,97% di Irap, il 3,43% di addizionali Irpef, l’1,06% di Imu.
“Ci sono troppe differenze a livello territoriale per quanto riguarda il prelievo fiscale e si tratta di differenze che non aiutano la ripresa così come gli investimenti delle imprese. Serve un ragionamento complessivo, che il governo dovrà fare quando, auspichiamo al più presto, vorrà lavorare a una serie riforma tributaria che deve essere organica”, dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, commentando i dati della ricerca.