“Il sistema di accoglienza è stato un macello – ha affermato durante un convegno Matteo Biffoni, Sindaco di Prato e responsabile immigrazione dell’Anci, e ha aggiunto – E anche se tutto sommato ha retto per la buona volontà di prefetti e di parte dei Sindaci”. Si è poi lanciato in una ricostruzione tanto sintetica, quanto efficace delle procedure concrete che sovrintendono all’accoglienza e alla gestione dei migranti: “C’è lo sbarco, lo screening sanitario, il viaggio in pullman verso la destinazione stabilita, con le prefetture informate via sms degli imminenti arrivi, ben che vada 48 prima, a volte meno. E quindi la telefonata del prefetto ai Sindaci e alle cooperative: «Abbiamo 15 richiedenti asilo, avete posto?». Un calvario quotidiano: risolta un’emergenza, ne spunta un’altra. A ciclo continuo. Ecco, la proposta è di sovvertire questa logica: di programmare, finalmente, l’accoglienza, con numeri per quanto possibile certi, con tempi ragionevoli, con equa distribuzione. Finora, su 8 mila Comuni italiani solo 2.200 accolgono migranti”. Biffoni ha poi ribadito la necessità di “un patto tra Stato e territori. Tra Anci e Governo c’è già una condivisione in tal senso – ha ammesso – È un patto che passa dall’adesione volontaria dei Comuni alla rete Sprar: chi aderisce deve avere la garanzia di un tetto all’accoglienza, nella misura di 2-3 richiedenti asilo ogni mille abitanti; e in caso di altri flussi da gestire, le prefetture si rivolgano ai Comuni non aderenti al progetto». Lo Sprar è il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che dal 2002 costituisce una rete di centri di “seconda accoglienza”. “Un sistema in cui il Comune governa direttamente il progetto d’accoglienza, lo controlla e rendiconta», Lo ha definito Franco Balzi, Sindaco di Santorso, che ha ospitato l’evento. In effetti, lo Sprar esiste da tempo, ma è poco utilizzato. Su 176 mila profughi accolti in Italia, solo 24 mila lo sono in Sprar.