United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization per i siti patrimonio dell’umanità, riunito la scorsa settimana in sessione plenaria annuale ad Istanbul, ha approvato all’unanimità le raccomandazioni della commissione a suo tempo inviata nel capoluogo veneto per esaminare le condizioni del sito “Venezia e la sua laguna”. Le raccomandazioni contengono una sorta di monito secondo cui, se entro il primo febbraio 2017 il Governo italiano non prenderà alcuni provvedimenti (nel documento è compresa una lista dettagliata) il Comitato Unesco dovrà esaminare la possibilità di includere “Venezia e la sua laguna” tra i siti in pericolo. Tra le criticità messe in evidenza e alle quali fare fronte vi è, ad esempio, la proibizione per le grandi navi da crociera di entrare in laguna, l’imposizione ed il rispetto di limiti di velocità per il traffico acqueo, le regole sul tipo di scafi e di motori ammessi, nonché la realizzazione di un piano per il turismo sostenibile.
La sollecitazione dell’Unesco inviata alle istituzioni locali è il corollario di un lungo lavoro da parte della sezione veneziana di Italia nostra (autrice della prima lettera di denuncia in riferimento alle criticità) e di diverse altre associazioni che si sono unite all’iniziativa. Così nell’ottobre 2015 una delegazione Unesco ed una Icomos (International Council of monuments and sites) si sono recate a Venezia per esaminare la situazione. Dopo aver ascoltato i rappresentanti degli Enti locali, diversi esponenti politici ed associazioni di cittadini, la commissione ha redatto un rapporto a riconoscimento di una situazione di grave emergenza. Ieri, a distanza di mesi, è stata formalizzata in una missiva l’esortazione a prendere provvedimenti per salvaguardare Venezia e la sua laguna.