Arretratezza, mafia, sottosviluppo, disoccupazione. Un consolidato luogo comune li vuole sinonimi di Sicilia. Ma, di solito, i luoghi comuni danno una rappresentazione caricaturale della realtà. La Sicilia, anzi la Trinacria, è anche uno scrigno di bellezze naturali, paesaggistiche e architettoniche, nonché un prezioso contenitore di antichi retaggi e di radicate tradizioni popolari. Per il loro stile e l’originale mentalità, i Siciliani sono famosi in tutto il mondo, come rinomate sono le prelibatezze enogastronomiche di questa terra del sole e del mare. Chi può dimenticare la bontà dei tarocchi e il delizioso bouquet dei vini Tasca d’Almerita e d’Avola? Tutto ciò non basta, però, c’è anche altro di buono. Ci sono sintomi e processi d’innovazione che, a macchia di leopardo, stanno innervando il tessuto socio-economico dell’Isola. Un esempio per tutti: Siracusa ha ospitato, di recente, un convegno-seminario dal titolo “La bioarchitettura nelle azioni di una Smart city”, promosso dall’Istituto Nazionale di Bioarchitettura della città in sinergia con il Consorzio Plemmirio. L’evento si verificato in occasione della 12esima edizione di “M’illumino di meno”, giornata nazionale del risparmio energetico che quest’anno ha avuto per tema la mobilità sostenibile candidando la bici a premio Nobel per la pace. Al centro del dibattito, un nuovo modo di concepire la mobilità nelle città. È stato Massimo Gozzo, direttore del dipartimento Ambiente Energia Agricoltura, a introdurre i lavori. Si è così passati da un’analisi dell’inquinamento atmosferico causato anche dalla mobilità urbana, come ha avuto modo di spiegare Salvo Cocina, già energy manager della Regione Siciliana, alle cause in ambito sanitario delle malattie tumorali a cura del dottor Francesco Pisano.
“Città intelligenti se accoglienti…”, ha esordito, la presidente dell’Inbar Siracusa, Francesca Pedalino, che ha voluto rimarcare come il traffico sia la terza e più grave piaga che affligge la Sicilia. Un nuovo modo di intendere il tessuto urbano, nel quale le soluzioni non possono che venire da un approccio sistemico, è stato proposto dal docente d’ingegneria di Catania, Maurizio Spina, suggerendo una soluzione per la mobilità sostenibile a dir poco suggestiva: la funivia. A raffreddare gli entusiasmi, tuttavia, è intervenuto l’assessore regionale Ezechia Paolo Reale che ha sentenziato a chiusura del meeting: “I progetti esecutivi trovano difficile applicazione da noi anche per un’arretratezza culturale”.