Una delle partite più importanti su cui il Governo Gentiloni dovrà misurarsi nel 2017 riguarda i voucher , vale a dire i cosiddetti buoni lavoro da 10 euro, che diventano 7,50 al netto di tasse e contributi, con i quali vengono pagati i cosiddetti lavori occasionali.
I suddetti ticket, nel corso degli ultimi mesi, sono entrati di diritto nel dibattito politico nazionale, affiancando legge elettorale ed elezioni anticipate e diventando uno dei terreni sui quali l’Esecutivo rischia di scivolare nel prossimo futuro.
A causare tanto clamore sono stati i dati diffusi dall’INPS poche settimane fa, secondo cui il numero dei voucher avrebbe raggiunto un vero e proprio record: nei mesi compresi tra gennaio e ottobre del 2016 sarebbero stati venduti 121,5 milioni di voucher, un dato che rappresenta una crescita del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’Adnkronos, fa una panoramica delle modifiche alle norme sui buoni per il lavoro accessorio a cui lavorano i tecnici del governo, indipendentemente dalla decisione di oggi della Corte costituzionale sul referendum sul Jobs Act.
Riduzione dei tempi di incasso del rimborso per i datori di lavoro da 1 anno a 6-3 mesi; riduzione del tetto per i lavoratori da 7mila a 5mila euro all’anno e dei settori di applicazione o, in alternativa, un intervento che escluda i lavoratori contrattualizzati dalla possibilità di usufruire dei buoni per il lavoro accessorio. Obiettivo, stroncare l’abuso di alcune imprese che destinano i voucher al pagamento degli straordinari dei dipendenti.
Una delle correzioni a cui lavorano i tecnici del governo è la riduzione del tempo di incasso del rimborso del voucher da parte del datore di lavoro da un anno, come previsto dalle norme attuali, possibilmente a 6 o 3 mesi, aggredendo così gli abusi delle aziende che una volta dopo essere state oggetto di un’ispezione riprendono il ‘nero’ e alla conclusione dell’annualità chiedono il rimborso del voucher.
La seconda modifica allo studio punta a ridurre da 7mila a 5mila euro o meno il tetto di reddito annuo. Una modifica pressoché irrilevante in termini tecnici visto che dati alla mano il reddito medio pro capite annuo dei voucher finora staccati è pari a 250 euro, ma che mira ad chiudere polemiche strumentali sul tema. Polemiche che hanno accompagnato tutta la breve vita dell’operazione voucher: un intervento che interessa 40mila lavoratori. Terza modifica sul tavolo, ma di difficile realizzazione, è la limitazione dei settori in cui si possono usare i voucher. Ma, qualora non si riuscisse a limitare i settori che ricorrono ai buoni di lavoro, si potrebbe introdurre, più realisticamente, un correttivo ‘trasversale’, cioè che interessi tutti i settori, vietando l’uso dei voucher per i lavoratori contrattualizzati. Un abuso questo che consisteva nel pagare con i buoni lavoro gli straordinari dei dipendenti stabili. Intanto si attendono i risultati della tracciabilità, intorno a febbraio. Dopodiché si predisporrà l’intervento normativo. Dati questi che saranno degli indicatori per definire le correzioni in quanto daranno un quadro chiaro e un identikit delle imprese che usano i voucher, in termini di ripetitività e settori.
I tempi – Dovrebbero arrivare dopo febbraio le correzioni del governo ai voucher. A quanto apprende l’Adnkronos, l’esecutivo aspetta di vedere i risultati della tracciabilità, attesi appunto il mese prossimo, e poi predisporrà il testo definitivo. Ancora da decidere quale sarà il veicolo di intervento, se dl o altro. I dati sulla tracciabilità sono infatti cruciali per definire le correzioni in quanto daranno un quadro chiaro e un identikit delle imprese che usano i voucher, in termini di frequenza e settori.
Poletti, revisione necessaria – “In relazione alle prime evidenze registrate dal monitoraggio sui voucher il governo considera necessaria la revisione di questo strumento per riportarlo all’origine di una copertura dei lavori occasionali per portarli fuori dal lavoro nero”. Sono le parole con cui il ministro del lavoro, Giuliano Poletti annuncia al Senato il prossimo provvedimento del governo sui buoni per il lavoro accessorio.