“Il Consiglio dei ministri ha dato ieri il via libera al nuovo contratto collettivo nazionale 2019-2021 del comparto Funzioni locali, che riguarda circa 430mila dipendenti di Regioni, Province, Comuni e Camere di commercio, e all’accordo per il personale della carriera diplomatica. Il Governo Draghi taglia così un ulteriore significativo traguardo nel percorso di rilancio dei rinnovi contrattuali, avviato il 10 marzo 2021 a Palazzo Chigi con la firma del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. Il contratto del comparto Funzioni locali è il terzo, dopo quello delle Funzioni centrali e della Sanità, ad essere stato concluso all’Aran e approvato in via definitiva dal Cdm. Il prossimo rinnovo riguarderà il personale dell’Istruzione e della ricerca, per cui sono in corso le trattative. Al Dipartimento della Funzione pubblica sono stati, invece, sottoscritti nell’ultimo anno gli accordi per il comparto Sicurezza e Difesa, per i Vigili del Fuoco, per la carriera prefettizia e, da ultimo, per la carriera diplomatica. Al termine di questa straordinaria esperienza, non posso che esprimere la mia grande soddisfazione. Come avevo promesso, abbiamo riportato al centro dell’agenda di governo il tema del lavoro pubblico e restituito dignità e centralità ai ‘volti della Repubblica’, sempre in prima linea anche nei momenti più difficili per il Paese, com’è stato durante la pandemia. L’auspicio è che il percorso continui, con lo stesso entusiasmo e la stessa convinzione, con il prossimo Governo”. Così Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, al termine del Cdm.
“L’Anci – ha dichiarato il presidente, Antonio Decaro – saluta con soddisfazione la notizia dell’approvazione, nel Consiglio dei ministri di ieri, dell’ipotesi di Contratto nazionale di lavoro dei dipendenti di Comuni, Province, Regioni e Camere di commercio per il triennio 2019-21. Si tratta di circa 430 mila lavoratori che aspettavano da tempo l’esito di una trattativa lunga e difficile. Fra loro, 360 mila sono dipendenti comunali, che avranno nei loro stipendi un incremento medio, a regime, di circa 100 euro al mese oltre ai relativi arretrati. In più, con questo contratto avremo finalmente un nuovo ordinamento professionale, adeguato alle sfide che i Comuni devono affrontare nei prossimi anni con la realizzazione dei progetti del PNRR, in aggiunta al grande impegno che viene loro richiesto per garantire ogni giorno ai cittadini servizi adeguati”.
“Infatti – ha aggiunto il presidente dell’ANCI – verranno valorizzati gli incarichi delle posizioni organizzative, che vengono inquadrati nell’area dei funzionari e avranno anche la possibilità di vedersi incrementare le proprie indennità, e ci sarà la possibilità per tutti i dipendenti, fino al 31 dicembre 2025, di attuare percorsi di progressioni verticali tra le diverse aree e dunque di crescita professionale interna a ciascun ente, anche in deroga al possesso dei titoli di studio. Il contratto prevede inoltre specifiche sezioni per il personale educativo scolastico, quella della polizia locale e delle professioni ordinistiche che mirano a rendere più attrattivo il lavoro all’interno dei nostri enti”.
“Voglio ringraziare per l’impegno profuso l’ARAN, col suo presidente Antonio Naddeo, il ministro Renato Brunetta con il personale del Dipartimento della Funzione pubblica e il Presidente del consiglio Mario Draghi, che in questi mesi ha sempre voluto manifestare, anche in maniera concreta, l’attenzione e sensibilità verso i compiti importanti che vengono svolti dai Comuni e dalle persone che ci lavorano”.
“A questo punto però – ha concluso Decaro – rimane il grave problema finanziario per i Comuni di dover computare il costo del rinnovo contrattuale nella spesa di personale che incide sulla capacità assunzionale in base alla nuova regola della sostenibilità finanziaria. Come Anci, abbiamo più volte ribadito che occorre una sterilizzazione di tale spesa e ora che il nuovo contratto è ormai in dirittura di arrivo, chiederemo al nuovo Governo di accogliere la nostra proposta. Perché il rischio paradossale è che dovendo pagare i costi del nuovo contratto, a breve, non potremo più assumere nuovo personale”.