Sadiq Khan con il vento in poppa: secondo un conteggio di metà delle schede nell’elezione per il sindaco di Londra citato dal blog della Bbc, il candidato laburista d’origine pachistana e musulmana e’ accreditato d’un vantaggio di 10 punti percentuali sul rivale conservatore Zac Goldsmith, figlio del finanziere sir James Goldsmith e della aristocratica angloirlandese lady Annabel Vane-Tempest-Stewart, per decenni regina dei salotti e della vita notturna londinese.
I seggi si sono chiusi alle 22 locali (le 23 in Italia) e gli occhi sono tutti puntati su Londra. Se i sondaggi che da circa un anno a questa parte lo danno per favorito verranno confermati dai voti reali, Sadiq Khan diventerà il nuovo sindaco laburista della città. Il suo avversario, Zac Goldsmith, non dovrebbe riuscire a confermare per altri quattro anni la bandiera dei Conservatori sull’ideale pennone di City Hall. I due non potrebbero essere più diversi e le loro figure per molti versi sono paradigmatiche del crescente divario sociale che agita la capitale britannica. Lo spoglio dei voti nella capitale inizierà in mattinata e il risultato dovrebbe essere noto nel tardo pomeriggio, ricorda la Bbc.
A sud del Tamigi ci sono caseggiati dove il primo sindaco musulmano in pectore di Londra, deputato laburista ed ex avvocato dei diritti umani figlio di immigrati, è nato 45 anni fa: e dove un po’ di benessere è arrivato – quando è arrivato – solo da qualche anno. A nord, sulla sponda opposta, i palazzi storici del potere e della monarchia britannica. Una linea di divisione che appartiene al passato, in una metropoli ormai attraversata ovunque da mastodontici progetti di sviluppo urbano. Voto a macchia di leopardo, con 16 milioni di persone chiamate alle urne nella sola Inghilterra, col rinnovo delle assemblee nazionali in Scozia (ormai dominata dagli indipendentisti dell’Snp), in Galles e in Irlanda del Nord, con nuovi sindaci a Liverpool e Bristol, con due elezioni suppletive per la Camera dei Comuni.
I risultati indicativi sono attesi per domani (6 maggio), utili a capire quanto peserà sul premier conservatore David Cameron la spaccatura interna al suo partito sul referendum del 23 giugno sulla Brexit; e quanto pagherà dazio il nuovo leader della sinistra anti-austerity, Jeremy Corbyn, le polemiche sull’antisemitismo che hanno travolto nel Labour un suo vecchio alleato, l’ex sindaco Ken Livingstone. Ma il premio in palio che conta, per quanto relativamente indicativo sugli equilibri elettorali nazionali, resta Londra: la metropoli cosmopolita che traina l’intero Paese e che di anno in anno diventa sempre più multicolore.