Il voto del 23 giugno in Gran Bretagna ha portato maggiore incertezza, volatilità dei mercati finanziari e brusche fluttuazioni dei tassi di cambio. Il 19 luglio la Direzione generale Affari economici e finanziari europea ha pubblicato una prima valutazione delle previsioni economiche per la zona euro e per l’Ue dopo il referendum dell’United Kingdom.
I primi risultati sono stati presentati e discussi nella riunione dell’Eurogruppo della scorsa settimana. Un periodo di prolungata instabilità potrebbe influenzare la modesta ripresa economica europea, limitando gli investimenti ed i consumi. La Commissione aggiornerà tuttavia le previsioni economiche a novembre 2016. Per analizzare gli effetti potenziali di questa situazione, la Commissione ha analizzato due scenari: uno moderato ed uno per così dire severo.
Prima del referendum del Regno Unito gli ultimi dati disponibili evidenziavano un’aspettativa di crescita del Pil nella zona euro dell’1,7% (1,8% nell’Ue a 28) per il 2016 e per il 2017. In entrambi gli scenari considerati, la crescita del Pil dopo l’appuntamento referendario si fermerebbe, invece, all’1,5% (-1,6% nel 2016) e 1,3% (-1,5% nel 2017). Questo implicherebbe una perdita da un quarto a mezzo punto percentuale del Pil nella zona Euro e nell’Unione europea entro il 2017.
Sebbene il deprezzamento della sterlina attenui le perdite economiche per il Regno Unito, l’analisi indica che l’economia britannica sarà quella maggiormente colpita, con una perdita del Pil da 1% a 2,75% entro il 2017. Nessuno degli scenari analizzati include previsioni sulla forma che i futuri accordi tra Ue e Regno Unito assumeranno.