Per lungo tempo l’Italia si è sentita sola di fronte al problema migratorio, ora però emerge un nuovo approccio rispetto a questo tema da parte dell’Unione europea. Un orientamento rivolto a sostenere gli Stati membri più esposti nel rafforzamento della protezione delle frontiere esterne dell’Ue e nel potenziamento della cooperazione con i Paesi partner.
La tendenza migratoria nei prossimi anni a causa dei fattori geopolitici, climatici, della situazione relativa alla sicurezza e alla compagine demografica, rimarrà una sfida importante. A tale riguardo la Commissione raccomanda ai leader di proseguire i lavori assicurando progressi rapidi nella riforma del sistema europeo comune di asilo, rafforzando ulteriormente i partenariati con i Paesi terzi, continuando ad aprire vie di accesso legali all’Europa e garantendo finanziamenti adeguati per il futuro. Concentrarsi solo sulla dimensione interna e limitarsi a sostenere gli Stati membri non sarebbe sufficiente. Analogamente, una politica migratoria esterna non basterebbe da sola a rispondere alle sfide che si presentano. Poiché le discussioni sulle proposte della Commissione per riformare il sistema europeo di asilo sono andate avanti a rilento, è ora importante che il Consiglio europeo sblocchi il dibattito sull’approccio più efficace e più equo per bilanciare solidarietà e responsabilità.
Tenuto conto delle diverse posizioni, un passo avanti verso la riforma del Sistema di Dublino potrebbe venire dall’adozione di misure che prevedano l’obbligo di ricollocazione per le situazioni di grave crisi, mentre altri casi meno critici potrebbero essere regolamentati secondo impegni volontari degli stessi Stati membri.
La Commissione raccomanda al Consiglio europeo di considerare le proposte nel loro insieme, con l’obiettivo di approvare entro giugno 2018 una revisione del Regolamento di Dublino nel quadro di un accordo più ampio su tutte le riforme proposte. Mentre le discussioni sugli aspetti fondamentali della solidarietà e della responsabilità proseguono, alcuni elementi del pacchetto, come le proposte riguardanti l’Agenzia europea per l’asilo e Eurodac possono essere adottati entro marzo 2018, in modo da gettare le basi operative del sistema di asilo riformato. Al fine di fornire assistenza immediata agli Stati membri per la protezione delle frontiere esterne, l’Ue deve rendere pienamente operativa l’Agenzia europea della Guardia di Frontiera e Costiera per realizzare un sistema efficace di gestione dei confini esterni.
Gli Stati membri dovranno garantire, entro la prossima primavera, che tutti i mezzi e il personale necessario per la riserva di reazione rapida dell’Agenzia siano pronti per essere messi in campo.
A tal fine è necessario consolidare la dimensione esterna della politica migratoria, garantendo la piena attuazione della dichiarazione Ue-Turchia ed un maggiore impegno con i Paesi terzi partner e con le Agenzie delle Nazioni Unite. L’Europa deve tenersi pronta a mobilitare risorse supplementari per lo strumento rivolto ai rifugiati in Turchia, al rafforzamento del partenariato strategico con l’Unione africana e con i suoi Stati membri, nonché realizzare progetti nel quadro del Piano europeo per gli investimenti esterni, ricostituendo la finestra per l’ Africa settentrionale del Fondo fiduciario dell’Ue.