All’Ordine del giorno del prossimo Consiglio Affari esteri figurano cinque punti salienti.
I. SICUREZZA E DIFESA – In un contesto geopolitico complesso, al vertice di Bratislava del settembre 2016, i 27 leader dell’Unione europea hanno deciso di dare nuovo slancio alla sicurezza esterna e alla difesa europee (utilizzando al meglio le possibilità offerte dai Trattati, in particolare per quanto riguarda le capacità) e di avviare immediatamente l’attuazione (nei suoi 7 settori) della Dichiarazione congiunta con la NATO, firmata da Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, e Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO. Il Pacchetto di misure (discusso a dicembre) – che sarà ripreso a marzo – comprende:
*il Piano di attuazione della strategia globale dell’UE in materia di sicurezza e difesa e le conclusioni del Consiglio sull’attuazione della strategia globale dell’UE nel settore della sicurezza e della difesa
*le Proposte volte a intensificare la cooperazione tra l’UE e la NATO, in attuazione della dichiarazione congiunta UE-NATO
il Piano d’azione europeo in materia di difesa proposto dalla Commissione europea. Il Fondo europeo per la difesa e altre azioni mirano a sostenere una spesa più efficace degli Stati membri nelle capacità comuni di difesa, a rafforzare la sicurezza dei cittadini europei e a promuovere una base industriale competitiva e innovativa.
II. MIGRAZIONE (POLITICHE MIGRATORIE) – La crescente instabilità nel vicinato meridionale dell’UE ha fatto aumentare il numero di persone che cercano di raggiungere l’Unione europea. L’UE e i suoi Stati membri stanno quindi intensificando gli sforzi per definire una politica migratoria europea efficace, umanitaria e sicura. Il Consiglio europeo svolge un ruolo importante in questo settore: fissa le priorità strategiche, sulla cui base il Consiglio dell’UE stabilisce determinate linee di azione, e mandati di negoziato con i paesi terzi.
Nel marzo 2017, i ministri faranno il punto del vertice di Malta e della riunione di alti funzionari di La Valletta del febbraio 2017, prima dell’imminente Relazione sul Quadro di partenariato in materia di migrazione (Consiglio europeo di marzo). Intanto, i governi d’Europa centro-orientale, poi Francia e Germania, e ora, perfino Malta, si sono pronunciate contro un sistema di quote di accoglienza dei rifugiati e anche contro l’obbligo di dover pagare 250mila euro per ogni richiedente asilo lasciato a un altro Paese. La loro proposta è di cavarsela con un po’ di assistenza navale all’Italia e alla Grecia sui confini di mare, lasciando ai due Paesi gli altri oneri. Il loro obiettivo è quello di ridurre il rischio – nei loro paesi- di un’ondata populista anti-immigrati. Non a caso – quindi – un’Indagine condotta da Deloitte (Strategy council) rivela un forte disincanto nei confronti dell’UE, anche in Italia, paese che chiede al continente europeo di cambiar passo. Sono le politiche degli stati a minare il futuro dell’Unione europea. Dal 2002 al 2016, gli Italiano che percepiscono positivamente l’Unione europea sono passati dal 70 al 23%; e gli eterni -non saprei son passati dal 70 al 23%. Servono classi politiche – italiane e e europee – che capiscano il valore della responsabilità e della collaborazione. Per la migrazione l”azione UE è articolata in più tipi di azioni:
-Prevenzione flussi migratori illegali – Per affrontare i motivi che portano le persone a fuggire (conflitti, instabilità politica ed economica, violazioni dei diritti umani, povertà, ecc.) l’UE considera necessari un approccio di ampio respiro, e una stretta cooperazione con i paesi di origine e di transito.
-Far fronte alle esigenze umanitarie urgenti – L’UE è impegnata a favore dei rifugiati siriani, assistendo le agenzie dell’ONU, il Libano, la Giordania e la Turchia. E fornisce anche aiuti umanitari ai migranti sulla rotta dei Balcani occidentali. Di recente sono state prese decisioni riguardanti la Libia.
-Salvare vite in mare e lottare contro le reti criminali – Dopo l’operazione Triton ( finanziata dall’UE per operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale) una seconda operazione, Poseidon, pattuglia il Mediterraneo orientale dal 2006. L’UE cerca anche di lottare contro le reti criminali ( v. missione militare EUNAVFOR MED- operazione Sophia e missione civile EUCAP Sahel Niger per offrire sostegno nella prevenzione della migrazione irregolare e nel contrasto dei reati connessi).
-Rafforzare le frontiere esterne dell’UE – In merito le discussioni riguardano la futura gestione delle frontiere esterne dell’UE ( ivi incluso il ricorso a nuove tecnologie per i controlli alle frontiere).
-Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera – Ufficialmente inaugurata nell’ottobre 2016, questa Agenzia – dotata anche di una riserva di reazione rapida (con 1500 agenti) dispiegabile in cinque giorni lavorativi in una situazione di crisi – monitorerà le frontiere esterne dell’UE; e collaborerà con gli Stati membri per individuare rapidamente e affrontare le potenziali minacce per la sicurezza alle frontiere esterne dell’UE.
-Ricollocazione e Reisendiamento – La ricollocazione riguarda il trasferimento di persone che hanno chiesto protezione internazionale dallo Stato membro incaricato di esaminarne la domanda a un altro Stato membro. Il reinsediamento è il trasferimento da un paese terzo in uno Stato membro dell’UE di sfollati di paesi terzi in evidente bisogno di protezione internazionale.
-Rafforzare la solidarietà e responsabilità interne – A causa del continuo aumento dei flussi migratori attraverso il Mediterraneo, nell’ultimo anno, il Consiglio ha approvato la ricollocazione di 160 000 persone ( bisognose di protezione internazionale) dall’Italia e dalla Grecia verso altri Stati membri. E – per aiutare gli Stati membri ad adempiere alle loro responsabilità nel registrare i migranti – nel giugno 2015 il Consiglio europeo ha approvato la creazione di strutture (“punti di crisi”) negli Stati membri in prima linea al fine di garantire la registrazione dei migranti.
Offrire canali legali – Per migliorare la gestione dei flussi di migranti regolari e richiedenti asilo, i lavori in corso includono: un accordo sul reinsediamento di 20 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale; e una proposta su un Programma volontario di ammissione umanitari
-Rimpatrio e riammissione dei migranti irregolari – Ritenendo che una politica migratoria efficace deve includere anche il rimpatrio nei rispettivi paesi di origine delle persone che non hanno il diritto di soggiornare nell’UE, l’UE lavora per definire i paesi che possono essere considerati sicuri; negozia e conclude accordi di riammissione con paesi terzi; elabora schede in materia di rimpatrio e di riammissione per alcuni paesi terzi pertinenti specifici
III. RELAZIONI UE- EGITTO – A marzo i ministri dell’UE discuteranno degli sviluppi politici e delle riforme economiche in Egitto, nonché del ruolo del paese nella regione, con il ministro degli esteri egiziano, Sameh Shoukry.
IV. BALCANI OCCIDENTALI – L’alto rappresentante ragguaglierà i ministri per quanto concerne la sua visita nella regione (1° -l 4 marzo) . Questa discussione contribuirà ai preparativi del Consiglio europeo del 9 e 10 marzo 2017.
V. PROCESSO DI PACE IN MEDIO ORIENTE – Il Consiglio farà il punto degli sviluppi e contatti recenti, anche con la nuova amministrazione degli Stati Uniti.