La Commissione europea ha annunciato 60 milioni di euro di assistenza umanitaria supplementare in favore delle popolazioni di Somalia, Etiopia e Kenya, che in seguito alla grave siccità hanno raggiunto livelli critici di insicurezza alimentare. Questa assistenza aggiuntiva porta gli aiuti umanitari dell’Ue alle regioni del Corno d’Africa, tra cui Somalia, Etiopia, Kenya, Uganda e Gibuti, a quasi 260 milioni di euro dall’inizio di quest’anno. L’assistenza ai popoli colpiti dalla siccità, appena annunciata, aiuterà i partner umanitari che stanno già operando per soddisfare le esigenze delle popolazioni colpite ad intensificare l’assistenza alimentare d’emergenza e il trattamento della malnutrizione. Saranno sostenuti anche i progetti di fornitura idrica, protezione del bestiame e risposta ai focolai. La maggior parte dei finanziamenti (40 milioni di euro) sarà destinata ai più vulnerabili in Somalia, 15 milioni andranno all’Etiopia e 5 milioni al Kenya. Il rischio di carestia è infatti reale e la situazione, che va progressivamente aggravandosi, è monitorata a distanza.
Il nuovo pacchetto di aiuti europei potrà salvare molte vite umane.
Nel Corno d’Africa 17 milioni di persone rischiano di morire di fame, di stenti, o di sopravvivere in condizioni di importante malnutrizione. Gli allarmi si sono moltiplicati, dopo la dichiarazione ufficiale dello stato di carestia (la prima nel mondo da sei anni ad oggi) in due regioni del Sud Sudan, dove gli abitanti censiti sono più di 100.000.
L’Unicef ha reso noto che solo in questo Paese, sono a rischio oltre 5 milioni e mezzo di persone, più o meno la metà della popolazione. Ma la carestia, innescata dalle guerre e la persistente siccità sta flagellando l’intero Corno d’Africa coinvolgendo uomini, donne e bambini tra Gibuti, Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan, Uganda e Kenya, dove i campi profughi sono diventati enormi agglomerati di tende e baracche nei quali proliferano malattie e violenza.
L’appello congiunto del Programma alimentare mondiale e dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati riguarda proprio queste popolazioni, costrette a fuggire da condizioni di vita insostenibili e che ora sempre più, a seguito di altre grandi crisi umanitarie, potrebbero rischiare di essere dimenticate.