Un’amministrazione senza fili. Era il leitmotiv di Roberto Dipiazza sceso in campo per la carica di sindaco di Trieste nel marzo del 2016. E all’autunno scorso risale l’annuncio della sua realizzazione da parte della Trieste Trasporti. Ebbene, tempo e Lega permettendo, il piano dovrebbe partire domenica 15 gennaio. Ma andiamo con ordine.
Dal 15 gennaio sarà possibile collegarsi alla rete wi-fi stando a bordo dei mezzi pubblici: questa una delle novità hi-tech messe in campo dalla Trieste Trasporti, pronta a entrare a pieno titolo nel club delle aziende 2.0. Tra i benefici, il calo dei prezzi dei biglietti a Trieste. E le novità non finiscono qui: acquistare il biglietto, conoscere gli orari e i tragitti di tutti i mezzi pubblici, individuare in un batter d’occhio la fermata più vicina. Tutto questo è possibile dallo scorso dicembre, utilizzando smartphone o pc. Digitando pochi tasti del cellulare o operando sulla tastiera del pc, si può entrare in un mondo «che metterà la nostra azienda – ha annunciato l’amministratore delegato della Trieste trasporti, Aniello Semplice – alla pari con le più avanzate imprese del settore».
Ma, come sappiamo tutti, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Il Carroccio giuliano, infatti, ha deciso di mettersi di traverso al “wifi gratuito su mezzi pubblici”, fortissimamente voluto dal sindaco. Il motivo? Si rischia di intasare le linee dei bus di profughi e richiedenti asilo.
Il gruppo consiliare, compatto (Paolo Polidori, Fabio Tuiach, Michele Claudio, Giuseppe Ghersinich e Antonio Lippolis), ha firmato una mozione a fine novembre che sarà discussa proprio oggi dalla Terza commissione presieduta da Francesco di Paola Panteca e che vedrà la presenza dell’assessore anziano Maurizio Bucci.
La lettura del programma è tra il comico e il farneticante: il gruppo leghista, “appreso che Trieste Trasporti intende allestire, a partire dal 15 gennaio 2017, un servizio wifi gratuito, inizialmente su venti mezzi e in progressiva estensione a tutta la flotta entro il 30 maggio 2017”, lancia l’allarme profughi.
«L’iniziativa sarebbe in sé e di per sé lodevole, in una condizione normale, ma in un contesto come quello attuale della nostra città, laddove insistono centinaia di immigrati, che hanno in dotazione smartphone in grado di collegarsi con il sistema wifi e che notoriamente fruiscono di tali servizi, rischia di creare notevoli problematiche» mettono in guardia i consiglieri comunali leghisti.
Immaginiamo a questo punto gli autobus triestini trasformati in un caravanserraglio di tappeti, dove navigare a sbafo tutto il giorno con smartphone in perenne collegamento con l’Isis che, per la comoda posizione logistica, farebbe di quel di Trieste la sua base operativa.
Ma al peggio non c’è mai fine: entusiasti i commenti sul web alla ‘lodevole’ iniziativa leghista: il solco è tracciato, aiutiamoli a casa loro, rimandiamoli nel loro paese con un modem.