Il dipartimento delle Finanze del Mef ha pubblicato «Le linee guida interpretative» per l’applicazione dei fabbisogni standard necessari al calcolo dei costi efficienti per il servizio di gestione dei rifiuti, destinati a influire sulle tariffe alle utenze. La novità del 2020 è che si tiene conto del nuovo sistema di regolazione del servizio determinato dalla delibera ARERA n. 443/2019, in base al quale i fabbisogni standard assumono un valore di riferimento obbligatorio per il metodo tariffario. Predisposte grazie alla collaborazione di IFEL e di SOSE, le Linee intendono facilitare l’attuazione da parte dei Comuni della nuova metodologia. Ricordiamo a proposito che il fabbisogno standard finale di ogni Comune è il risultato del prodotto di due grandezze:
a) il costo standard di riferimento per la gestione di una tonnellata di rifiuti;
b) le tonnellate di rifiuti urbani gestite dal servizio.
A tale valore base, tuttavia, occorre aggiungere i differenziali di costo relativi alle seguenti altre componenti:
-la percentuale di raccolta differenziata, oppure la distanza in km fra il Comune e gli impianti cui vengono conferite le differenti tipologie di rifiuti urbani (1 km di distanza aumenta il costo standard di 0,18 euro per tonnellata);
-il numero e la tipologia degli impianti regionali, anche la percentuale di rifiuti urbani trattati e smaltiti negli impianti regionali;
-la forma di gestione del servizio rifiuti e i fattori di contesto del Comune relativi alle principali caratteristiche, costanti nel tempo o mutevoli solo nel lungo periodo, del contesto demografico, morfologico ed economico comunale;
-le economie/diseconomie di scala, oppure le modalità di raccolta dei rifiuti urbani;
-infine il cluster o gruppo omogeneo di appartenenza del Comune.