Efficienza e risparmio di risorse naturali, riduzione dei rifiuti, abbattimento dell’emissione di sostanze pericolose. Questi i principi dal respiro europeo alla base del lavoro del ministero dell’Ambiente sul Piano d’azione nazionale legato agli ‘acquisti verdi’ da parte della Pubblica amministrazione, il ‘green public procurement’. Principi che si traducono in ‘Criteri ambientali minimi’ da rispettare prima di comprare qualcosa.
E di cose che la Pa può prendere ce ne sono molte: si va dall’arredamento ai prodotti per la ristorazione, dai mezzi di trasporto ai computer all’eco-design per le città. Una politica pubblica di ‘acquisti verdi’ che il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti raccomanda soprattutto per ”l’esempio” che offre ai consumatori verso ”una maggiore consapevolezza ambientale” favorendo per esempio ”lo sviluppo della filiera produttiva” e la nascita di eco-imprese.
Una formula questa che oltre a salvare l’ambiente, spiega Galletti, salva anche l’economia razionalizzando i consumi: puntando a salvare le risorse ed evitare sprechi. I Criteri ambientali minimi puntano a fornire un indirizzo essenzialmente sulla razionalizzazione dei consumi e degli acquisti; anche in relazione alle fasi delle diverse procedure, per esempio, gare, appalti, condizioni d’esecuzione, accompagnando il servizio o il prodotto offerto lungo l’intero ciclo di vita.