Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, è intervenuto alla Kermesse della Sussidiarietà organizzata dal Comitato europeo delle Regioni, dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome sul tema della sussidiarietà attiva. Nel corso dell’evento è stato fatto il punto sul ruolo delle autonomie locali e regionali nel rilancio del progetto europeo, anche alla luce del caso italiano e della questione dell’ampliamento dell’autonomia regionale. Ha aperto i lavori dell’Assise il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. A seguire, l’indirizzo di saluto di Rosa D’Amelio, coordinatrice della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome; gli interventi di Karl-Heinz Lambertz, presidente del Comitato europeo delle Regioni, e di Vincenzo Amendola, Ministro per gli affari europei.
“Il grande tema della sussidiarietà ci riporta all’essenza stessa della vita democratica delle istituzioni e al loro primo e qualificante compito: operare per il bene comune, al servizio esclusivo dei cittadini – ha detto il presidente Casellati -. E’ a questa finalità che i decisori pubblici devono indirizzare le proprie attività, è questo l’obiettivo che deve caratterizzare il dibattito sull’adeguamento, l’aggiornamento e la riforma degli strumenti a disposizione dei legislatori. Le numerose e qualificanti sfide insite nelle dinamiche socio-economiche della contemporaneità, impongono a tutti i rappresentanti del popolo uno sforzo aggiuntivo rispetto alla necessità di valutare tutte le possibili innovazioni o integrazioni, sia legislative che regolamentari, per rendere l’azione pubblica sempre più efficace ed efficiente. I principi di proporzionalità e buon andamento, per poter essere perseguiti e garantiti, richiedono infatti alle pubbliche amministrazioni una sempre maggiore conoscenza degli scenari, una vicinanza effettiva rispetto ai destinatari dei provvedimenti, un monitoraggio costante dell’impatto delle politiche messe in campo. Da qui discende, a mio avviso, la straordinaria attualità del principio di sussidiarietà e della sua corretta applicazione. Un principio direttamente legato alle radici stesse dell’Europa, al pensiero storico e filosofico che ne ha ispirato e tratteggiato il percorso di integrazione, alla sua evoluzione geo-politica. Se la dottrina sociale della Chiesa rappresenta, già sul finire del XVIII secolo, uno straordinario elemento di riflessione rispetto alla sussidiarietà di carattere orizzontale, il secolo scorso ci ha offerto spunti e analisi fondamentali per una contestualizzazione sociale, politica, culturale e spirituale. Migliorare l’applicazione dei principi di sussidiarietà significa – ha continuato Casellati – migliorare la qualità delle politiche pubbliche e la loro efficacia, efficienza ed economicità. Come giustamente rilevato dalla task force sulla sussidiarietà e proporzionalità, uno degli aspetti dirimenti è e sarà la capacità di promuovere una maggiore partecipazione degli Enti locali e regionali alle scelte decisionali. Una linea condivisa anche dalla Commissione europea nella sua comunicazione del 23 ottobre 2018 per rafforzare il ruolo dei sopra citati principi nel processo di definizione delle politiche dell’Ue. E’ chiaro che questi obiettivi potranno essere raggiunti solo attraverso un confronto diretto, aperto e costruttivo con chi il territorio lo vive e lo anima nelle sue dinamiche quotidiane, politiche, amministrative e sociali. Ecco perché riservare maggiori spazi politici alle Regioni e agli Enti locali – ha concluso il presidente del Senato – significa rafforzare il contatto con i territori, con le loro esigenze primarie e le loro peculiarità, rappresentando un valore aggiunto di assoluto rilievo. Sono proprio le complesse e sempre più articolate sfide innescate dall’evoluzione dei processi di interconnessione globale ed i conseguenti cambiamenti delle esigenze dei cittadini, come fruitori di pubblici servizi, come imprenditori, come consumatori, a rappresentare l’occasione per proseguire con convinzione nella strada dell’ascolto reciproco. Il dialogo tra i diversi livelli istituzionali e tra le istituzioni e i cittadini è la via migliore per favorire un positivo clima di fiducia rispetto alle scelte amministrative e alla valorizzazione delle potenzialità del territorio. In tale prospettiva, per governare il futuro, per continuare ad essere protagonisti degli eventi, per creare occasioni di sviluppo e produrre benessere, non c’è bisogno di più Europa o di meno Europa: c’è bisogno di un’Europa aperta con convinzione al confronto con le Regioni e le realtà locali […]”.
“In Europa – ha sottolineato il ministro per gli Affari regionali Boccia – i processi di convergenza economica, di coesione sociale e integrazione culturale e territoriale passano necessariamente attraverso la forza che avranno i singoli Stati nazionali nell’attuare fino in fondo il principio di sussidiarietà, inteso come modello sociale, più coerente con la trasformazione della società in ogni momento storico. L’Europa delle Regioni è stata una grande intuizione finita però nelle sabbie mobili della mancanza di coraggio. Per realizzarla serve tanto coraggio in più e un’Europa più forte e più semplice. Questi obiettivi nel nostro Paese possiamo raggiungerli da un lato responsabilizzando sempre più Regioni e Città sui servizi e sulle richieste di imprese e cittadini e, dall’altro, rafforzando la capacità degli Stati nazionali, anche attraverso politiche pubbliche europee che attuino una vera e propria perequazione per ridurre le diseguaglianze crescenti. Dobbiamo aprire un grande fronte e qui – ha concluso il Ministro – si inserisce la legge quadro sull’autonomia differenziata che stiamo ultimando, per far diventare prioritarie le aree interne i territori di montagna e tutte le aree in ritardo di sviluppo in tutto il Paese da Sud a Nord. L’autonomia differenziata non ha alcun colore politico, non è né di destra né di sinistra ma è scolpita nella Costituzione”.