“Il futuro del settore energetico è legato al risparmio, all’efficienza, alle fonti rinnovabili, all’innovazione: la strada per rispettare gli impegni assunti in Europa e alla COP21 di Parigi. L’Italia è ancora il primo paese al mondo per contributo del fotovoltaico nel mix elettrico (8%) e le rinnovabili nel loro insieme pesano circa il 40% nella produzione elettrica nazionale. Ma c’è ancora molto da fare per accompagnare la transizione verso un’energia a basso tenore di carbonio”. Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, all’incontro ‘L’energia del futuro’ promosso dal gruppo Pd della Camera e dalla Fondazione EYU.
“In questi giorni in Italia – aggiunge Realacci – si sta discutendo della Strategia Energetica Nazionale. Per non nascere superata, come la precedente, la nuova SEN cui stanno lavorando i ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, dovrà coinvolgere tutti i settori produttivi a partire dall’edilizia e dai trasporti. Per questo ritengo che la consultazione pubblica sulla nuova SEN debba avere più tempo dei pochi giorni previsti, per permettere il coinvolgimento pieno del Paese”.
Per Realacci “molte cose nel mondo parlano di un futuro in cui sempre più efficienza e rinnovabili sono i driver del settore. Pochi giorni fa l’Inghilterra, il primo paese ad aver impiegato il carbone nella produzione di energia elettrica, ne ha fatto a meno per un’intera giornata. E si annuncia il phase-out dal carbone entro il 2025. Nonostante Trump, la California annuncia il 100% di energia elettrica da rinnovabili entro il 2045 e questo spinge sulla mobilità elettrica. Anche Wall Street sembra scommettere su questo futuro, con Tesla che, dopo aver sorpassato Ford, ha superato con 51 miliardi di dollari la quotazione in borsa di General Motors. In Francia è netta la distanza dei due candidati al ballottaggio delle presidenziali: Macron si è infatti impegnato a raddoppiare nel suo mandato il contributo delle rinnovabili e introdurre una carbon tax da 100 euro a tonnellata. Motivo in più per auspicare la sua vittoria”.
Secondo Realacci “per vincere la sfida del clima c’è un percorso che può tenere assieme la sostenibilità nella produzione di energia, il rispetto degli impegni contro i mutamenti climatici, con la certezza delle forniture e dei costi contenuti. Un percorso che può aiutare uno sviluppo più green e sostenibile e che può rendere il nostro Paese più competitivo e indipendente”.