Via libera definitivo del governo alla riforma del pubblico impiego. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che introduce modifiche e integrazioni al ‘Testo unico del pubblico impiego’.
Il nuovo testo unico del pubblico impiego mira a riscrivere le regole in merito all’organizzazione del lavoro pubblico, a cominciare dalle disposizioni sui licenziamenti disciplinari alle misure per la stabilizzazione del precariato storico, fino al polo unico per le visite fiscali in capo all’Inps, per i controlli sulle assenze per malattia, che dovrebbe diventare operativo a partire da settembre.
Si tratta di un importante tassello per avviare i rinnovi contrattuali con l’invio della direttiva all’Aran da parte del ministro. Dopo i recenti incontri con i sindacati, il testo ha subito ancora qualche ritocco ma l’impianto generale è rimasto. Tra le novità si segnala: l’allargamento della platea del precariato storico. L’assunzione dei dipendenti pubblici precari sarebbe prevista per coloro che abbiano maturato un’anzianità di servizio di tre anni (negli ultimi otto) in più amministrazioni pubbliche e che abbiano maturato tali requisiti fino al 31 dicembre di quest’anno (non più alla prossima entrata in vigore del decreto legislativo in questione). Tutti i precari, comunque, devono aver partecipato a un concorso.
L’allargamento della platea dei precari viene incontro a una delle richieste più pressanti dei sindacati, richieste che sono apparse in sintonia con i pareri delle commissioni parlamentari.
Inoltre, sui licenziamenti disciplinari sarà chiarito “cosa si intende per valutazione negativa”, come ha detto la stessa Madia nei giorni scorsi ai sindacati.
Quanto alla quota prevalente sul salario accessorio dovrebbe essere intesa a livello collettivo e non individuale, un tema su cui si è lavorato con la Ragioneria Generale dello Stato. “Dal primo settembre” ci sarà un polo unico per le visite fiscali, con le competenze sui controlli che passeranno dalle Asl all’Inps, omologando il settore pubblico a quello provato, ha spiegato la ministra della P.A, Marianna Madia, al termine del Cdm, parlando dei controlli sulle assenze per malattia. Le misure contro i furbetti del cartellino stanno “dando prova di essere efficaci”. Così il ministro per la Pa Marianna Madia dopo il Cdm. “Dal monitoraggio del ministero abbiamo la prova concreta dell’efficacia delle sanzioni laddove c’è una mancata efficienza del servizio”, spiega. Quindi non si è trattato di norme “sbandierate” c’è la “prova della loro efficacia”, afferma, citando un recente caso di applicazione delle misure in Emilia Romagna. E sull’approvazione dei due decreti “era tutto ampiamente anticipato” aggiunge. “L’iter è continuato nel modo che doveva avere”.
“Superiamo il precariato e il cattivo reclutamento ereditato” dice Madia. “Ora abbiamo bisogno di riaprire le assunzioni nel pubblico impiego, fare entrare i giovani ma non di qualunque professionalità” ma “quelle che servono per il servizio al cittadino”.
“Ora – prosegue – abbiamo le carte in regola da punto di vista normativo” per “riaprire la stagione contrattuale”. Madia ha spiegato che sui contratti non c’era solo la questione delle risorse ma anche quella normativa da risolvere. “I due decreti approvati mi consentiranno di dare la direttiva all’Aran” dice, aggiungendo che invece “la legislazione ereditata non ci consentiva” lo sblocco dei contratti.
“La riforma della Pubblica Amministrazione sta andando avanti anche con aspetti positivi. Penso, ad esempio, al dare sblocchi e stabilità ai tanti precari che abbiamo, alcune risposte stanno arrivando su spinta del sindacato ma ora bisogna far ripartire la contrattazione: la Pubblica Amministrazione, infatti, non la modernizziamo e non la rendiamo davvero efficiente se non attraverso la contrattazione pubblica” afferma da Vibo Valentia il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan.
“Aspettiamo di vedere il testo definitivo della riforma Madia – sottolinea – dove ci aspettiamo un maggiore equilibrio tra legge e contratto. Abbiamo fatto nei mesi scorsi un accordo importante assolutamente utile per il Paese per sbloccare i contratti pubblici, adesso bisogna aprire i tavoli di confronto in modo particolare sulla contrattazione di secondo livello legata alla produttività che nel pubblico come già avviene nel privato deve essere detassata”.