Qualche giorno fa è arrivato dall’Ue un ultimatum all’Italia (e non solo) affinché si adegui presto ai parametri normativi in materia di qualità dell’aria, che metterebbe il nostro Paese a un passo dalla Corte di Giustizia. Sarebbe il contenuto di una lettera inviata dal Commissario Europeo per l’Ambiente Karmenu Vella ai ministri dell’Ambiente di Germania, Italia, Francia, Spagna e Regno Unito, secondo un articolo pubblicato da Politico (“Commission gets tough on air quality improvement”).
Ora arriva la conferma: ennesimo trend negativo in fatto di ambiente per l’Italia. Il Belpaese ha l’aria più inquinata fra le grandi nazioni europee. Torino, Milano e Napoli sono, infatti, in testa alla classifica delle città europee più critiche per lo smog: stando ai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità la maglia nera per l’inquinamento va a Torino con 39 microgrammi per metro cubo. Seguono Milano con 37 e Napoli con 35, che surclassano altre città europee come Siviglia, Marsiglia e Nizza dove il livello annuale di Pm10 è 29. Roma si piazza con Parigi al settimo posto con 28 microgrammi per metro cubo. I livelli di polveri sottili (Pm10) registrati nelle tre città italiane nel corso dell’ultimo anno sono alquanto preoccupanti, anche se è tutta la penisola ad accusare il problema. È quanto emerge da un’elaborazione fatta da Legambiente sulla base dell’ultimo report del 2016 diffuso dall’Oms.
Tutte le città italiane incluse nel rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità “superano ampiamente il valore limite di 20 microgrammi/mc come media annua di Pm10 indicato dall’Oms per la salvaguardia della salute umana”, afferma Legambiente nell’elaborazione dal titolo “Che aria tira in città: il confronto con l’Europa”. Nella classifica europea basata su dati del 2013 (per le sole città francesi i dati si riferiscono al 2014) seguono Stoccarda, Barcellona, Dortmund e Berlino (24 microgrammi/mc), Glasgow (23), Bordeaux, Londra e Leeds (22), Monaco (21), Madrid (19), Valencia (17) e Liverpool (14). Negli anni successivi al 2013, la situazione delle quattro città italiane non è migliorata, a conferma di una “cronicità delle lacune per l’inquinamento atmosferico”, spiega il coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente Andrea Minutolo, indicando che la media annuale di PM10 a Torino è stata di 35 microgrammi/mc nel 2014, 39 nel 2015 e 36 nel 2016; a Milano è stata nei tre anni 35-41-36; a Napoli è stata 29 nel 2014 e nel 2015 e 28 nel 2016. A Roma, dai 29 microgrammi per metro cubo del 2014 si è passati a 31 nel 2015 e di nuovo a 29 nel 2016. “Un andamento che fa presupporre nuove procedure di infrazione”, osserva Minutolo spiegando che le attuali procedure per l’Italia si riferiscono agli anni 2008-2012 e 2012-2014.
La scheda sulle città europee, anticipata da Legambiente all’ANSA, è contenuta nel dossier “Mal’aria di città 2018”, con l’analisi dell’emergenza smog in Italia nel 2017 che sarà pubblicato alla vigilia della riunione di martedì prossimo, 30 gennaio, a Bruxelles convocata dal Commissario Ue per l’ambiente, Karmenu Vella con i ministri di nove Stati membri, tra cui Gianluca Galletti per l’Italia, sotto procedura di infrazione. Obiettivo è trovare soluzioni per affrontare il problema smog nell’Unione europea. Repubblica ceca, Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Regno Unito e Italia si trovano infatti ad affrontare procedure di infrazione per aver superato i limiti concordati. Il vertice ministeriale è “l’ultima chiamata” che punta a garantire l’attuazione di misure efficaci altrimenti la Commissione non avrà altra scelta che procedere con azioni legali e rinviare tali Stati membri alla Corte di giustizia.