In questi giorni la stampa specializzata sta trattando il tema degli attacchi ransomware contro la PA (dall’inglese ransom, riscatto), a partire dai dati diffusi dal Rapporto del Kaspersky Security Bulletin: Story of the Year 2019. Si tratta di software dannosi, creati da cybercriminali senza scrupoli, che limitano l’accesso del dispositivo infettato ai dati contenuti, per poi chiedere appunto un riscatto da pagare per rimuovere il blocco.
Durante gli ultimi 12 mesi, secondo il rapporto stesso, sono state prese di mira nel mondo almeno 174 istituzioni comunali e oltre 3.000 organizzazioni collegate, con un aumento del 60% rispetto al 2018. Mentre le richieste di riscatto da parte dei criminali informatici raggiungono talvolta fino a 5 milioni di dollari. La causa è da addebitare a tre famiglie più note di ransomware: Ryuk, Purga e Stop.
Nella Pubblica amministrazione, il blocco di un qualsiasi servizio si traduce non solo in perdite finanziarie ma anche nel rallentamento dei servizi ai cittadini, pertanto AgID (l’Agenzia per l’Italia Digitale) si è più volte occupata del tema, emanando anche specifiche raccomandazioni alle PA.
Si vedano tra gli altri i seguenti contenuti:
WannaCry: online le linee guida destinate alle PA per mitigare gli effetti del ransomware
Linee Guida per la configurazione per adeguare la sicurezza del software di base