Lo scorso 6 giugno una delibera della sez. regionale di controllo per la Regione Piemonte della Corte dei Conti ha ribadito che ai comuni non è consentita l’erogazione gratuita del servizio di trasporto pubblico scolastico, trattandosi di servizio che deve avere a fondamento una adeguata copertura finanziaria.
Secondo i giudici contabili: “Il servizio di trasporto scolastico è un servizio pubblico di trasporto escluso dalla disciplina normativa dei servizi pubblici a domanda individuale. L’ente locale è tenuto, in sede di copertura, alla stretta osservanza delle disposizioni dell’art. 117 TUEL, vale a dire, che per il principio dell’equilibrio ex ante tra costi e risorse a copertura, l’erogazione del servizio pubblico deve avvenire in equilibrio ai sensi dell’art. 117 TUEL, circostanza che presuppone un’efficace rappresentazione dei costi ed una copertura nel rispetto dei criteri generali di cui alla norma del TUEL. In tal modo l’erogazione del servizio non solo non può essere gratuita per gli utenti ma la sua copertura deve avvenire mediante i corrispettivi versati dai richiedenti il servizio”.
Su questo tema è intervenuto Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem: “Dopo la mobilitazione lanciata da Uncem in merito alla necessità di cambiare la norma che vieta ai Comuni di integrare con risorse del bilancio le tariffe pagate per lo scuolabus dalle famiglie, sono stati numerosi i Parlamentari che ci hanno contattati, annunciando la proposta di articolati per cambiare l’articolo 5 della legge 63 del 2017. E così permettere che lo scuolabus per gli studenti sia gratuito o pagato in parte dai Comuni stessi. Cosa oggi vietata, come più volte ribadito anche dalla Corte dei Conti. Sia la norma sia le sentenze stanno complicando la vita di Sindaci, Amministratori, ragionieri. Che alle prese con i bilanci, non potrebbero lasciare l’integrazione alle tariffe o in qualche caso l’intera spesa per lo scuolabus. Già, perché se quello scuolabus non ci fosse, non fosse pagato dal Comune, lo spopolamento sarebbe ancora più forte. Le famiglie se ne andrebbero ancor prima. Senza scuole in moltissimi Comuni, primarie e soprattutto secondarie, senza trasporti pagati dal Comune quale incentivo per chi resta, le coppie con bambini e ragazzi se ne vanno altrove, giù in basso, dove i servizi sono più comodi. Ecco perché Uncem ha apprezzato l’impegno di molti Parlamentari. Tra questi il Senatore biellese Gilberto Pichetto Fratin che ha fatto una proposta di legge molto semplice, modificando la normativa vigente e dicendo dunque che i Comuni possono erogare il servizio di trasporto scolastico senza alcun pagamento della quota di partecipazione diretta da parte degli utenti. Anche così, permettendo ai Comuni di offrire lo scuolabus o renderlo meno oneroso per le famiglie, si combatte lo spopolamento. E comunque lo Stato deve consentire ai Comuni di utilizzare con la loro autonomia le risorse pubbliche come meglio credono, a vantaggio della collettività. Uno Stato sussidiario si impegna a garantire questo principio. Anche perché non ci risulta che alcuna Amministrazione di Comune montano, nel pagare scuolabus totalmente o in parte alle famiglie, abbia mandato in bancarotta il Comune stesso…” In conclusione Uncem confida nell’impegno di tutto il Governo e di tutti i Parlamentari.
Vedi anche:
http://www.gdc.ancitel.it/i-comuni-non-possono-erogare-gratuitamente-il-servizio-di-scuolabus/
http://www.gdc.ancitel.it/piccoli-comuni-uncem-contro-il-divieto-di-integrare-le-tariffe-scuolabus/