“Dopo l’incontro con il presidente del Consiglio Conte che, lo scorso 20 maggio a Norcia, aveva detto di aver compreso le esigenze dei Comuni, chiedendo che gli emendamenti concordati tra Regioni e Comuni, fossero assunti quali emendamenti del governo, abbiamo dovuto rilevare che il testo del decreto uscito dal Senato non ha preso in minima considerazione il cuore del problema per le aree colpite dal sisma: la semplificazione e le procedure per determinare i contributi ai cittadini”. Lo ha sottolineato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, che con il suo collega di Teramo, Gianguido D’Alberto, ha rappresentato l’Anci in un’audizione informale tenutasi presso la Commissione Ambiente della Camera per la conversione in legge del decreto Sblocca/cantieri, che dedica un capitolo agli eventi sismici del Centro Italia e nell’Area etnea.
Il punto di vista dell’Associazione è sintetizzato in un documento dove vengono ribadite le questioni principali più volte sollevate in questi mesi dai Comuni e che, finora, non hanno trovato spazio nel provvedimento in discussone alla Camera, dopo essere stato licenziato nei giorni scorsi dal Senato. Rispetto alla posizione già espressa nei giorni scorsi, l’Anci ha segnalato la necessità che venga recepita anche la sua richiesta di dare avvio ad un Piano straordinario di interventi di adeguamento alla normativa antincendio degli edifici pubblici ad uso scolastico.
“Finora la dotazione di personale assegnata agli enti locali del cratere sismico – ha proseguito il sindaco di Norcia – è stata inadeguata rispetto al reale fabbisogno dei Comuni e degli uffici speciali per affrontare le grandi sfide della ricostruzione che li attendono. Il vero cantiere da sbloccare è quello della ricostruzione. Non è assolutamente pensabile – ha concluso Alemanno – che un Paese come il nostro possa fermare questo processo per non mettere le 400-500 risorse di personale fondamentali per ridare vita e speranza ai nostri territori e alle persone che lì resistono malgrado tutto”.
Più in generale il sindaco umbro ha criticato “la scelta ‘incomprensibile e scellerata’ del governo di inserire le norme relative alle aree colpite dal sisma in un provvedimento complesso ed importante come la revisione del Codice appalti”. Con il risultato che “il decreto ha finito per dedicare un’attenzione inadeguata alle problematiche specifiche dei Comuni che rientrano nei diversi crateri sismici”.
Da parte sua il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto ha parlato di un grido di dolore per la ricostruzione che arranca. “La macchina è ferma, soprattutto per mancanza di norme che non sono state inserite nel decreto sblocca cantieri, così era stato promesso dal sottosegretario alla Ricostruzione Crimi. Le risposte – ha aggiunto – sono state insoddisfacenti e qui alla Camera abbiamo preso atto che difficilmente ci sarà una ulteriore modifica del testo del decreto”. Secondo il sindaco teramano, al di là dello specifico tema del personale assegnato “in misura insufficiente rispetto al trasferimento delle funzioni per le istruttorie delle pratiche di ricostruzione leggera”, rimane una sottovalutazione di fondo dei problemi del cratere sismico. “Non c’è la consapevolezza che ci stiamo giocando la sopravvivenza dei nostri territori e questa inerzia delle istituzioni parlamentari è oltremodo grave. Così come la scarsa attenzione alla voce dei sindaci che più volte sono chiamati a rappresentare le loro esigenze salvo poi – ha concluso D’Aberto – vedere che alla fine le loro richieste non sono state accolte”.
Fonte ANCI