Legambiente presenta le opportunità del PNRR nel Report Pendolaria 2022 partendo dalla terza Missione “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” che dispone una serie di investimenti finalizzati allo sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto digitale, sostenibile e interconnessa, che possa aumentare l’elettrificazione dei trasporti e la digitalizzazione, e migliorare la competitività del Paese, al Sud prevede 26 mld. di euro per il trasporto ferroviario con interventi da realizzare entro il 2022; in cantiere o finanziati 797 km. di nuove linee ad alta velocità, interventi di potenziamento trasversali, senza dimenticare l’elettrificazione della rete e l’installazione di sistemi di controllo della sicurezza su 1.635 km di rete, che porterà la percentuale di elettrificazione in Italia dal 69,5 al 77,8%. Per lo “Sviluppo di sistemi di trasporto rapido di massa” nelle aree urbane, tra PNRR e risorse statali, sono in cantiere o finanziati 116,5 km. di metro tra nuove e riconversioni (Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Catania), 235,7 di tranvie (Milano, Bergamo, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari e Sassari), 102,9 di filobus e busvie (tra quelle finanziate al 100%).
Sono le città il cuore dei problemi della mobilità in Italia per i ritardi di infrastrutture rispetto agli altri Paesi europei, 248 km. di metro, meno della città di Madrid (291 km), nel 2019 e 2020 non è stato inaugurato neanche un tratto di linee metropolitane, nel 2021 soli 1,7 km. Negli ultimi 4 anni abbiamo viaggiato a meno 600 metri all’anno di nuove metro, lontani da quanto occorrerebbe per recuperare i problemi. Per le tranvie nessun chilometro è stato inaugurato nel 2020/2021, mentre 5 km erano stati inaugurati nel 2019 e 5,5 nel 2018. Negli ultimi 20 anni il Paese ha continuato a investire in strade e autostrade, intercettando dal 2002 al 2019 il 60% degli investimenti, emblematici i dati del Conto nazionale trasporti per gli interventi realizzati dal 2010 al 2019: 309 km di autostrade, 2.449 km di strade nazionali, a fronte di 91,1 km. di metropolitane e 63,4 km di tram.
Negli ultimi 10 anni si sono ampliate le differenze tra le aree del Paese per la qualità del servizio, dal 2009 gli spostamenti nazionali in treno sono aumentati di 46.000 passeggeri al giorno, ma con delle differenze: quelli sull’alta velocità sono cresciuti del 114%, quelli sugli Intercity diminuiti del 47%, se l’offerta dei primi è cresciuta, quella dei secondi si è ridotta. Per cui i territori fuori dalle tratte veloci hanno visto ridurre le possibilità di spostamento e anche tra le regioni sono aumentate le differenze: in alcune si registra un calo, come la Campania (-43,9%), che aveva toccato il picco di 467.000 viaggi nel 2011 a circa 262.000 nel 2019, il Molise (-11%, con al momento solo due coppie di treni al giorno sulla Termoli-Campobasso), l’Abruzzo (-19%), la Calabria (quasi -25%) e la Basilicata con un calo del 35%. Mentre sono aumentati in Lombardia, Alto Adige, Puglia, Toscana, il motivo è che, dopo i tagli nei trasferimenti delle risorse dallo Stato alle regioni per il servizio di trasporto, in alcune regioni si è deciso di investire per non ridurre il servizio, mentre in altre è stato ridotto e gli investimenti rinviati. È il Sud a soffrire i ritardi maggiori con meno treni, più lenti e vecchi, in Sardegna le linee continuano a non essere elettrificate e non sono previsti investimenti, se non sull’idrogeno.
Legambiente nel Report Pendolaria presenta la road map dei progetti da realizzare al 2030, con 4 priorità per realizzare un cambiamento della mobilità e consentire il raggiungimento dei target europei di riduzione delle emissioni di CO2 nei trasporti al 2030 e di decarbonizzazione al 2050, e per il recupero di ritardi e disuguaglianze in un settore che è l’unico che non ha visto riduzioni delle emissioni di CO2 dal 1990 e che è responsabile per oltre il 26% di quelle italiane. In primo luogo, un piano per recuperare il gap di metropolitane e tram nelle città con una legge che permetta ai Comuni di programmare e accedere ai finanziamenti; la mappa degli interventi per la mobilità sostenibile urbana fissa le scelte che permetterebbero di realizzare un salto di qualità e di raggiungere, in uno scenario al 2030, 411,5 km. di metro (+162,6 rispetto ad oggi) e 798,3 km. di tranvie (+427,4 km). Da Roma a Napoli, da Palermo a Bologna tanti gli interventi in attesa da anni e non finanziati, la ragione principale di traffico e inquinamento e tra le opere più ambiziose (ma ancora non finanziate), per le metropolitane, si inseriscono il prolungamento della linea C di Roma (21,3 km) e della linea M5 a Milano (13 km). Per le linee ferroviarie suburbane la chiusura dell’anello ferroviario a Roma (15 km) e per le tranvie ci sono la linea verde e la gialla a Bologna (32,1 km) e le linee per Sestu, Selargius, Quartucciu, Quartu S.Elena a Cagliari (29,1 km).
È necessario anche aumentare i treni, i tram e gli autobus in circolazione rispondendo al problema dell’affollamento dei convogli e della frequenza inadeguata rispetto alla domanda, aumentando la dotazione del Fondo nazionale trasporti. Altra priorità è rappresentata da un nuovo contratto Intercity per ridurre le disuguaglianze territoriali, servizio di collegamento tra le diverse aree del Paese che in questi anni ha subito una riduzione del 16,25% rispetto al 2010 e per il quale servono 200 mln. di euro l’anno per avere più treni in circolazione al Sud e nelle aree fuori dall’alta velocità. Infine continuare il processo di rinnovo e potenziamento del parco treni con l’acquisto o rinnovo di 650 treni per le linee regionali e locali.