“La norma sulla conservazione dei dati trova un ancoraggio in una norma europea, ma questo non legittima l’estensione a 72 mesi, un limite unico in Europa, basti pensare che in Russia questo periodo di 36 mesi”. Lo ha affermato Raffaele Barberio, presidente dell’Associazione privacy Italia, durante l’audizione nelle commissioni speciali di Camera e Senato sul DLgs. Privacy, che recepisce il nuovo regolamento europeo sui dati personali. Secondo Barberio, un periodo così lungo di conservazione dei dati mette a rischio, oltre alla sicurezza dei dati stessi, anche gli utenti, perchè “questi dati possono consentire di desumere tutta una serie di informazioni sulla vita delle persone. Una profilazione di fatto che viene conservata per 72 mesi”. Per il presidente dell’Associazione Privacy Italia, “il limite adottato è del tutto arbitrario. Per questo l’associazione si farà portatrice di un esposto alla Commissione Ue per chiedere una verifica che quanto disposto dal legislatore corrisponda allo spirito delle norme europee”.