L’Italia è uno dei paesi Ue più colpiti da due fenomeni rappresentativi della povertà educativa. Si tratta dell’abbandono scolastico e dell’incidenza di neet, come emerge da un’indagine condotta da Openpolis. L’abbandono colpisce i ragazzi e le ragazze che lasciano il proprio percorso di studi prima del tempo, senza conseguire il diploma. Un fenomeno che riguarda in particolare i giovani che provengono da contesti sociali ed economici svantaggiati.
L’abbandono ostacola la ricerca di un lavoro e aumenta il rischio di ricadere nel disagio economico e sociale. Nel 2019 nel nostro paese il 13,5% dei residenti tra 18-24 anni ha lasciato la scuola con la sola licenza media. Una quota che è tra le più alte in Europa, superata solo da Spagna, Malta, Romania e Bulgaria. L’Italia, cosa ancor più grave, però è prima per quota di giovani neet nell’Unione europea. I neet (neither in employment nor in education or training) sono i giovani non occupati e non inseriti in un percorso d’istruzione, né di formazione. Anche in questo caso si tratta di una condizione più frequente tra i ragazzi e le ragazze che vivono in contesti di disagio. In Italia nel 2019 i neet rappresentavano il 23,2% dei residenti tra i 18-24 anni. Un dato preoccupante, considerato che si parla di quasi 1 giovane su 4.
Si tratta indubbiamente di due fenomeni in parte connessi. I ragazzi e le ragazze che lasciano gli studi precocemente incontrano spesso difficoltà a trovare lavoro. E se non hanno un’occupazione e non s’inseriscono in percorsi educativi alternativi, risultano fuori da mercato del lavoro, ossia neet. Non c’è un rapporto diretto di causa-effetto, ma certamente s’instaura fra le due condizioni una relazione da analizzare attentamente, soprattutto nella loro declinazione territoriale. Per questi motivi è importante monitorare entrambi, sia nel corso del tempo, sia nelle misure diverse con cui colpiscono il territorio da Nord a Sud. Il primo dato significativo da segnalare è che le grandi regioni del Meridione scontano più abbandoni e più neet di quelle del Centro-Nord.
La Sicilia, ad esempio, è al primo posto per incidenza di entrambi i fenomeni. Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna e Campania sono, infatti, le cinque regioni con le quote più alte, sia di abbandoni scolastici che di giovani neet. Tra gli altri territori invece, al Centro spicca negativamente il Lazio (con il 12% di abbandoni e il 22,2% di neet) e al Nord la Lombardia (11,5% di abbandoni) e il Piemonte (18,9% di neet).Viceversa regioni come il Veneto, le Marche e la provincia autonoma di Trento registrano una bassa incidenza di entrambi i fenomeni.
Approfondendo, poi, l’analisi al livello delle Province, si evince che le province con più abbandoni siano le stesse con più neet. Caltanissetta, in aprticolare, è la provincia con la più alta percentuale di abbandoni e di neet. In questo territorio più di 1 ragazzo su 4 lascia gli studi precocemente (27%) e quasi la metà non lavora né studia (45%). Seguono altre province del Mezzogiorno, tra cui Sud Sardegna, Crotone e le siciliane Catania e Enna. Al lato opposto della linea di tendenza, Venezia e La Spezia. Rispettivamente le province con la più bassa quota di neet (11,2%) e di abbandoni (4,8%).