È passato poco più di un anno e mezzo dall’annuncio e oggi il primo progetto di reddito energetico italiano è realtà. Quello inaugurato dal primo cittadino M5s Sean Wheeler è il primo progetto di fondo rotativo fotovoltaico in Italia. Approvato dal Consiglio comunale il 27 luglio 2017 e ribattezzato “reddito energetico“, è già attivo grazie a un investimento di mezzo milione di euro in due anni e alla convenzione con Gse (Gestore dei servizi energetici), società che ha come socio unico il Ministero dell’Economia e delle Finanze e come mission la promozione dello sviluppo sostenibile e l’utilizzo razionale dell’energia. Il protocollo d’intesa prevede un investimento da parte del Comune di 500 mila euro in due anni: 250.000 euro sono stati già stanziati nel 2017, a cui si è aggiunta la stessa cifra nel 2018. Queste risorse sono destinate ad acquistare impianti fotovoltaici da dare in comodato d’uso a famiglie in difficoltà economica. Il rapporto di comodato durerà inizialmente 9 anni, rinnovabile per altri 9 e poi ulteriori 7, per una durata massima di 25 anni e con possibilità di riscatto.
In capo al Comune è anche la selezione delle famiglie beneficiarie dell’iniziativa, mentre il GSE effettua tutte le pratiche per valorizzare l’energia prodotta dagli impianti attraverso lo Scambio sul posto. Le famiglie beneficeranno dell’energia gratuita prodotta dai pannelli e dello Scambio sul posto, mentre il ricavato dalla vendita dell’energia alla rete prodotta in surplus alimenterà il fondo rotativo attivato dal Comune, in modo tale che anche altre famiglie possano beneficiarne.
Come spiegano gli assessori Cristina Biancu e Domenico Vargiu, rispettivamente all’Ambiente e al Bilancio, in questo modo il progetto ha permesso a circa cinquanta beneficiari di ottenere un sistema fotovoltaico in forma gratuita “L’energia prodotta aiuta le famiglie nel pagamento della bolletta, quanto non viene consumato è rivenduto alla rete elettrica. Il ricavato è inserito in un fondo comunale che crescerà nel tempo e sarà usato per l’acquisto di nuovi pannelli”. L’obiettivo? Da una parte a tutelare l’ambiente e dall’altra a portare avanti un percorso sociale di rilancio economico del territorio. Le stime presentate valutano un risparmio medio a famiglia di circa 150-200 euro sulla bolletta elettrica, abbastanza da convincere il Comune ad ampliare ulteriormente il progetto. Il fondo rotativo, infatti, si autoalimenterà con la vendita dei surplus di produzione per raggiungere nel futuro un numero maggiore di cittadini.
“Abbiamo dato prova che anche i progetti più ambiziosi possono essere realizzati sono orgoglioso di poter dire che il reddito energetico è una realtà tangibile a Porto Torres e darà l’esempio all’Italia e all’Europa. – ha commentato il sindaco Wheeler – Grazie a questa iniziativa sposiamo la riconversione energetica, diamo un aiuto sociale e stimoliamo il concetto di condivisione delle risorse”.
L’esperimento sardo non sarà un caso isolato, come chiarisce l’amministratore delegato del GSE, Roberto Moneta “L’iniziativa avviata dal Comune di Porto Torres e sostenuta dal GSE è importante soprattutto per la sua dimensione sociale: il nostro obiettivo sia proprio quello di replicare su scala nazionale iniziative che non solo promuovano lo sviluppo sostenibile nel nostro Paese, ma ne diffondano la cultura stessa, compresa quella di inclusione sociale. Inizieremo fin da subito replicando il progetto con la Regione Puglia”.