I lavori socialmente utili (LSU) sono stati istituiti nel 1981 con l’obiettivo dichiarato di offrire ai lavoratori temporaneamente sospesi dal lavoro un’attività con fine di pubblica utilità. Negli anni il bacino di questi lavoratori è fortemente cresciuto fino a raggiungere 170.000 persone a fine anni ’90. Secondo i dati Inps oggi vi sono circa 15.000 lavoratori socialmente utili per un costo di circa 70 milioni annui. I lavoratori socialmente utili possono essere stabilizzati e, nel frattempo, godere di una proroga. Questa previsione interessa soprattutto le regioni dell’Italia meridionale.
Sono stati, dunque, stanziati 50 milioni di euro, per la stabilizzazione di 5.518 LSU. Le convenzioni stipulate tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e le Regioni Basilicata (siglata il 18 dicembre 2017, per l’importo di 915.186,66 euro), Campania (siglata il 18 dicembre 2017, per l’importo di 38.392.533,53 euro) e Puglia (siglata il 17 ottobre 2017, per l’importo di 8.454.150,05 euro) hanno infatti superato positivamente i controlli di legge.
Le convenzioni perfezionano l’iter del Decreto direttoriale n. 166 del 28 giugno 2017, firmato dal Direttore Generale degli ammortizzatori sociali e della formazione e rivolto a incentivare l’assunzione a tempo indeterminato dei Lavoratori Socialmente Utili, mediante le risorse statali del Fondo Sociale per Occupazione e Formazione.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (secondo quanto previsto dall’art. 78, commi 2 e 3 della L. 388/2000) è autorizzato a stipulare annualmente apposite convenzioni con le Regioni finalizzate a garantire il pagamento dei sussidi (assegno per le attività socialmente utili, ASU, e per il nucleo familiare, ANF) nonché l’attuazione di misure di politiche attive per il lavoro in favore dei lavoratori socialmente utili appartenenti alla platea storica.
La Legge Finanziaria 2007 (art. 1, comma 1156, lett. g-bis L.296/2006) ha disposto, a decorrere dall’esercizio finanziario 2008, uno stanziamento annuo di 50 milioni di euro a valere sul Fondo Sociale per Occupazione e Formazione proprio per incentivare l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori socialmente utili (art. 2, comma 1 D. Lgs. ecreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81, in favore delle Regioni che rientrano nell’obiettivo “convergenza” dei Fondi strutturali dell’Unione Europea, attraverso la stipula di convenzioni con il Ministero del Lavoro.
Con il Decreto del Direttore Generale degli Ammortizzatori Sociali e della Formazione n. 166 del 28 giugno 2017 è stato ripartito lo stanziamento di 50milioni di euro, relativo all’annualità 2010, tra le regioni interessate, in proporzione al numero dei lavoratori socialmente utili compresi nei rispettivi bacini.
Ora apposite convenzioni assegnano alle regioni Basilicata, Campania e Puglia la quota parte del predetto stanziamento.
Anche in Sardegna e i Calabria si registrano importanti azioni per il settore. Primi interventi per LavoRas, il Programma integrato plurifondo approvato con la Legge di stabilità 2018: la Giunta della Regione Sardegna, su proposta dell’assessora del Lavoro Virginia Mura ha stanziato 14,3 milioni per l’attuazione dei Cantieri occupazionali destinati ai lavoratori già in utilizzo, e per le Politiche di stabilizzazione ed esodo dei lavoratori socialmente utili. L’intervento, essendo rivolto a categorie di lavoratori particolarmente fragili, anticipa l’approvazione complessiva del Programma “LavoRas”, di cui resta comunque parte integrante e consentirà agli uffici di impiegare subito 7,5 milioni per l’attuazione nel 2018 dei cantieri occupazionali, e di 6,8 milioni per favorire la stabilizzazione degli ex Lavoratori Socialmente Utili rimasti nel bacino regionale, che potranno comunque anche essere coinvolti negli stessi cantieri occupazionali.
Al via nell’isola i “cantieri occupazionali” rivolti a lavoratori che hanno perso il sostegno economico degli ammortizzatori sociali in conseguenza delle modifiche legislative intervenute in materia (ai sensi della legge regionale 5 del 2015), i cantieri impiegano 374 addetti in 77 Comuni (nei cosiddetti “cantieri verdi” per la prevenzione di incendi, dissesto idrogeologico e discariche abusive) e nelle Aziende Sanitarie Locali di Carbonia, Oristano e Sanluri. Questi lavoratori hanno come unico sostegno economico l’impiego nei cantieri occupazionali, i quali costituiscono un’azione positiva di inserimento nel contesto del mondo del lavoro, con l’impegno in attività che, in molti casi, preservano il loro patrimonio di competenze professionali, e in altri casi contribuiscono ad un accrescimento di conoscenze. Non solo: data l’età anagrafica di diversi dei lavoratori utilizzati, il loro inserimento nei cantieri occupazionali permette il conseguimento di contributi utili al raggiungimento del traguardo pensionistico: l’intervento, dunque, almeno in questi casi, può anche essere considerato un utile strumento di accompagnamento attivo alla pensione.
In Sardegna passi avanti per gli ex lavoratori socialmente utili che negli ultimi anni si sono ridotti da alcune migliaia a poche decine e che sono destinati a esaurirsi (in base alla normativa nazionale). Il bacino degli ex Lsu della Sardegna nel corso del 2017 si è ulteriormente assottigliato, passando da 52 a 32 unità grazie proprio alle azioni messe in campo dalla Giunta. Esse agiscono, attraverso un corposo piano di incentivi, tanto per favorire la stabilizzazione dei lavoratori presso le pubbliche amministrative, quanto per stimolare l’esodo volontario dei lavoratori. Proprio in forza dei progressi ottenuti, e con un risultato finale che è ormai a portata di mano, la Regione ha potuto ottenere dal Ministero del Lavoro la prosecuzione delle attività socialmente utili anche nel 2018. In attesa dunque di giungere ad una soluzione definitiva della loro situazione, potranno avere un altro anno di attività garantito.