Una vera e propria visione complessiva per il rilancio del Paese, quella che il Ministro Paola Pisano ha tratteggiato durante l’audizione presso la Commissione parlamentare per la Semplificazione (QUI IL VIDEO). In altre parole, una strategia per la digitalizzazione della Pa e del sistema delle imprese che coinvolga pienamente i cittadini. “Se da un lato avremmo il compito di creare una strategia e poi un’attuazione della digitalizzazione nel perimetro della Pubblica amministrazione – ha detto – dall’altro dovremmo usare queste leve per fare in modo che il Paese cresca e abbia una strategia comune di raccordo tra tutti i ministeri per quanto riguarda l’innovazione. Uno dei nostri obiettivi principali — ha continuato— è fare in modo che tutta la pubblica amministrazione remi verso direttrici comuni sulla digitalizzazione e sull’innovazione. Quindi cercare di creare un raccordo all’interno della Pubblica amministrazione affinché enti locali e centrali abbiano una strategia comune”.
Qual è lo stato della digitalizzazione nel nostro Paese? Si è chiesto a un certo punto il Ministro, offrendo allo stesso tempo la risposta: “Il problema non è digitalizzare il numero dei servizi, ma far usare questi servizi digitali da cittadini e imprese. È proprio là che l’Italia ha il gap più grosso: benché abbiamo una digitalizzazione simile a quella che ha l’Europa – ha spiegato – siamo intorno al 58%, mentre l’Europa sta al 59%, il nostro grande problema è nella penetrazione, nell’uso dei servizi. Noi abbiamo il 23% di utilizzo dei servizi da parte dei cittadini, mentre l’Europa si attesta intorno al 50%”.
Partendo da questa premessa, Pisano ha poi affrontato i singoli aspetti del piano articolato che l’Esecutivo intende attuare, a cominciare dal cloud. “La quasi totalità dei servizi cloud oggi disponibili sul mercato è erogata da player extra Ue. In un futuro non troppo lontano l’Unione europea rischia di essere dipendente per l’approvvigionamento delle risorse di calcolo e storage. Per questo “serve un piano B, una strategia politica sul cloud per mettere in sicurezza i nostri dati critici e quindi metterci in sicurezza dal rischio geopolitico. A tal riguardo – ha aggiunto – è stato avviato un gruppo di lavoro con la presidenza del Consiglio, il Mef, il Mise, il Ministero della difesa, il Ministero dell’interno, con il quale si cerca di favorire l’adozione del cloud da parte delle pubbliche amministrazioni”.
Venendo successivamente a trattare il tema cruciale del rapporto diretto fra cittadini e imprese da una parte e lo Stato dall’altra, Pisano ha citato il supporto che arriverà dall’applicazione IO. ”Verrà lanciata nei prossimi mesi dell’anno – ha annunciato – attivando anche una parte di digitalizzazione della patente, della tessera sanitaria, in modo che i nostri documenti si possano smaterializzare ed entrare all’interno del nostro cellulare”. Del resto, un concetto tira l’altro, così il Ministro si è trovato a parlare dell’altra questione decisiva che attiene ai processi d’innovazione: l’identità digitale. Esprimendo in proposito un giudizio critico ha affermato: “La governance attuata fino a oggi è stata non felice, perché l’identità del cittadino era data da identity provider privati, mentre l’identità del cittadino deve essere data dallo Stato. Quindi nella Manovra abbiamo proposto un cambio di governance”. E ha poi aggiunto: “Il cittadino non deve pagare Spid, lo deve pagare lo Stato. Quindi abbiamo richiesto un budget affinché lo Stato possa iniziare a diffondere le credenziali Spid e a creare una rete di credenziali sempre attiva. Ovviamente per andare più veloce ci dobbiamo appoggiare su una rete di fornitori esterni”.
Dallo Spid alle notifiche il passo è breve. “Oggi le comunicazioni che hanno valore legale arrivano a casa per posta, questo comporta un grande dispendio di tempo, energia e soldi – ha ricordato – Se le comunicazioni aventi valore legale potessero essere digitalizzate e inviate al domicilio digitale della pubblica amministrazione, del cittadino e delle imprese, sarebbero risolte molte problematiche. Inoltre – ha proseguito – abbiamo previsto una tutela per le persone che hanno problematiche nell’utilizzo di Internet, quella di delegare persone di fiducia o il Caf. Dobbiamo iniziare. E’ vero che ci sono anziani nel nostro Paese, ma se non iniziamo adesso non iniziamo più. La notifica digitale si deve fare. C’è una semplificazione nella procedura di notifica, un abbattimento dei costi per il cittadino e per la pubblica amministrazione, c’è certezza della notifica e un contrasto a sistemi di elusione”.
Infine, Pisano non poteva trascurare il tema etico connesso ai processi innovativi. “Presso il dipartimento competente – ha annunciato – si sta dando vita a un comitato di esperti per avere una visione per quanto riguarda l’impatto sociale, la diversità, l’inclusione e l’etica. Il comitato si occuperà di “intelligenza artificiale e trasparenza dell’intelligenza artificiale, utilizzo dei dati e il riuscire a dare la sovranità e la sicurezza dei dati che girano intorno al cittadino, l’utilizzo d’Internet. Insomma – ha concluso – stiamo cercando di fare in modo che si creino intorno alla pubblica amministrazione delle linee guida per quanto riguarda la tecnologia e l’etica”.