Conto alla rovescia per la posa della banda ultra larga in Piemonte. Partiranno tra maggio e giugno i lavori per la realizzazione nelle aree “a fallimento di mercato”: quelle cioè, sulle quali i privati non ritengono conveniente investire esclusivamente con risorse proprie. Nel mese di gennaio parte nella regione subalpina la prima delle quattro fasi di intervento per l’avvio concreto del piano strategico “banda ultra larga” all’interno degli accordi programmatici firmati con il Ministero dello sviluppo economico. I Comuni collocati in questa prima fase hanno già sottoscritto la convenzione operativa indispensabile per l’avvio degli interventi da parte dell’aggiudicatario dell’appalto, Enel Open Fiber, che ha firmato il contratto nel novembre 2017 e deve ora presentare ad Infratel il progetto definitivo. Per condividere le tempistiche della prima fase ed i dettagli sull’avvio dell’importante piano strategico, oggi (auditorium di Città metropolitana, corso Inghilterra 7, Torino) si tenuto un incontro con tutti i Comuni e gli Enti interessati convocato dalla Regione Piemonte.
All’incontro organizzato dalla Regione i rappresentanti di Open Fiber, aggiudicatario della gara, di Infratel ed i funzionari regionali hanno illustrato ai sindaci dei comuni interessati alla prima fase degli interventi il quadro degli stessi e fornito i chiarimenti di tipo tecnico e amministrativo. I comuni piemontesi interessati alla prima fase degli interventi sono 132 (quasi tutti hanno già firmato le convenzioni operative) e coinvolgono una popolazione di quasi 300 mila abitanti. Le fonti di finanziamento pubbliche per la bul in Piemonte nella aree cosiddette “bianche” (a fallimento di mercato), sono complessivamente di 284 milioni di Euro, così ripartite: 195 milioni Par Fsc, 44.3 Por Fesr e 45.6 Por Feasr. A queste risorse si aggiungeranno altri 200 milioni di Euro di investimenti privati. Dopo la firma del contratto con Open Fiber (avvenuta a novembre) e dopo l’approvazione del progetto definitivo da parte di Infratel, l’aggiudicatario dovrà redigere il progetto esecutivo entro 60 giorni e dare, quindi, avvio ai lavori di infrastrutturazione.
Prima di questa fase e quindi nelle prossime settimane, è prevista una serie di sopralluoghi nei territori interessati durante la redazione dei progetti esecutivi, volta all’individuazione di infrastrutture, pubbliche o private, riutilizzabili per la posa della fibra ottica (ad esempio strutture di illuminazione pubblica, sotto-servizi, etc), di spazi o aree idonee all’ospitalità delle varie strumentazioni, nonché la verifica dei vincoli da rispettare su aree specifiche. L’intervento sulla bul è piuttosto complesso soprattutto per la mole di autorizzazioni necessarie (Infratel ne ha calcolate circa 9mila solo in Piemonte), ragion per cui è stata sottolineata l’importanza della concertazione territoriale. Il piano regionale sulla banda ultra larga mira anche alla salvaguardia e valorizzazione degli investimenti già attuati, alla tutela e valorizzazione dei piccoli operatori locali (che avranno pari opportunità di accesso) e allo stimolo alla domanda attraverso la diffusione dei servizi regionali digitali.
La rete realizzata sarà data in concessione per 20 anni all’aggiudicatario e rimarrà di proprietà pubblica. L’assessore all’attività produttive, presente oggi all’incontro, ha sottolineato come i fondi europei impegnati sul piano bul non vengano rendicontati sulla base della fibra posata, ma sulle effettive unità abitative connesse. Una garanzia, quindi, che dopo i lavori nei vari comuni e con l’immediata messa in rete dei servizi della PA, subito se ne trarranno i benefici. Allo stesso tempo l’assessore ha ringraziato Anci, Uncem e Upi per la collaborazione dimostrata, nell’ambito di un lavoro senz’altro impegnativo, ma che risulta fondamentale e strategico per il territorio.
L’importanza dell’investimento è stata rimarcata anche dall’assessore all’agricoltura, che ha anche auspicato un cambiamento di mentalità per le aree rurali, per cogliere al massimo le opportunità di questa sfida.