Il saluto del Presidente ANCI Antonio Decaro
“In ben undici Comuni nessuno si è voluto impegnare per la propria comunità candidandosi a sindaco: trovo questo un segnale allarmante perché il sindaco è la presenza dello Stato e della stessa democrazia. Dobbiamo interrogarci su questo e pensare ad una indennità di funzione per tutti gli amministratori locali non solo più dignitosa, ma che tenga conto delle crescenti responsabilità che fanno comunque capo al primo cittadino”. Lo ha sottolineato Massimo Castelli, coordinatore nazionale Piccoli Comuni Anci, nella sua relazione alla XIX conferenza nazionale Anci che si è aperta oggi nel piccolo centro del varesotto.
Castelli ha ricordato che l’Agenda Controesodo voluta dall’Anci deve rappresentare uno dei principali obiettivi della politica, prima che l’abbandono dell’uomo desertifichi ampie zone del nostro Paese con danni irreversibili per tutta la comunità nazionale. L’unica via “per contrastare il circolo vizioso ‘meno abitanti, meno servizi, meno servizi, ancora meno abitanti’ che porta in sostanza alla smobilitazione di dello Stato nelle zone periferiche – ha evidenziato – è quella di garantire i diritti costituzionali per tutti i cittadini ovunque si viva: dalla scuola dell’obbligo, ai presidi ospedalieri, alla banda larga e all’accesso al mondo digitale, fino ai servizi postali, la telefonia mobile e fissa ed i segnali TV”. In questo senso, il coordinatore Anci ha lanciato un appello per le zone dell’Italia centrale colpite dal sisma. “Non dobbiamo dimenticare questi territori altrimenti rischiamo di perderli per sempre”. Servono per questo motivo “oltre a misure straordinarie che vanno messe in campo per ricostruire gli edifici, anche politiche ed azioni per mantenere vivo il senso di comunità”.
Ma per il coordinatore Anci un ruolo essenziale contro lo spopolamento lo gioca soprattutto il lavoro. “Il gap strutturale delle aree marginali va superato con un’opportuna legislazione, a livello nazionale e regionale con precisi sgravi”, ha sostenuto. La via indicata prevede sia “l’istituzione di zone franche urbane che soprattutto la messa in opera di una fiscalità di vantaggio, proporzionale e differenziata per territorio, mezzo indispensabile per mantenere in vita le attività economiche ed attrarne di nuove”. Ma anche per risolvere alcuni paradossi, come quello che “in Italia ci sono ancora 1.100 Comuni, prevalentemente montani, che non sono metanizzati per i quali vanno pensate politiche mirate di integrazione energetiche”.
Altro tema centrale per Castelli è quello della semplificazione burocratica, battaglia portata avanti dall’Anci con la proposta liberiamoisindaci. “In questo momento l’attività degli amministratori locali è assorbita per il 70% dagli adempimenti burocratici e per il 30% dall’attività per assicurare i servizi ai cittadini. Vorrei – ha sottolineato Castelli nel consenso della sala – che questa proporzione fosse invertita”.
In questo quadro, il coordinatore Anci ha posto l’accento sull’annoso tema della gestione associata delle funzioni fondamentali. “Dobbiamo prendere atto delle criticità del dl 78/2010 – ha sottolineato – e costruire una nuova governance che valorizzi le scelte volontarie dei singoli Comuni”. Ma soprattutto ha stigmatizzato la diminuzione delle risorse destinate ai Comuni che hanno scelto la fusione, dovuta alla costituzione di nuove fusioni a fronte dell’invarianza del fondo statale. “Lo Stato ha spinto tanto sul tema della fusione dei Comuni, non ha senso che ora venga meno agli impegni assunti con questa riduzione di risorse che – ha concluso Castelli – rischia di non consentire un corretto avvio delle esperienze più recenti e di mettere in discussione l’erogazione e la gestione efficace dei servizi da parte degli enti che hanno creduto in questo percorso innovativo”.
“Abbiamo raccolto con il presidente Decaro l’urlo di dolore che arriva oggi dai piccoli Comuni italiani, i sindaci dei piccoli Comuni chiedono di essere messi nelle condizioni di lavorare meglio, di avere un’indennità che consenta loro di vivere dignitosamente, di avere diritto alla pensione, di avere concretamente l’opportunità di raggiungere gli obiettivi per i quali sono stati eletti, realizzare un programma che non è affidato solo ai funzionari del Comune”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio nazionale di Anci, Enzo Bianco intervenuto questa mattina all’Assemblea dei piccoli Comuni a Gornate Olona.
Bianco ha posto l’accento sulla reputazione dei sindaci da tutelare: “In molti casi si trovano sulle prime pagine dei giornali per essere stati iscritti nel registro degli indagati ma una volta che la vicenda viene chiarita nessuno lo sa. E la loro reputazione viene colpita. Chiediamo – ha concluso – che ci sia attenzione perché venga tutelato un bene prezioso che è quello della credibilità di chi amministra un piccolo Comune come una grande città”.
Dal canto suo il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – nel corso del dibattito – ha sottolineato come con il governo si stiano aprendo uno spiraglio sotto il profilo delle risorse e dei finanziamenti per i piccoli Comuni.
“I sindaci lo gridavano da anni ad alta voce che l’austerity rischiava di strozzare l’economia penalizzando il livello dei servizi offerti ai cittadini. Anche se non viviamo ancora una fase ottimale, i provvedimenti adottati dal governo negli ultimi mesi – ha proseguito Fontana – vanno nella giusta direzione e mostrato un importante e rinnovato interesse nei confronti degli locali”. Il riferimento del presidente della Regione Lombardia è andato in particolare allo sblocco degli avanzi di amministrazione “che ha consentito il rilancio degli investimenti da parte dei Comuni che avevano gestito bene nel corso degli anni”.
“I Comuni hanno ragione a chiedere più servizi, sanità ed attenzione ai territori periferici per combattere lo spopolamento che li stanno interessando in modo progressivo. Veniamo da anni di austerità in cui lo Stato centrale ha scaricato sui Comuni e soprattutto quelli più deboli ne hanno risentito fortemente. Come governo stiamo cambiando linea e vogliamo creare i presupposti per una crescita sostenibile e inclusiva”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro parlando davanti la platea degli amministratori dei piccoli Comuni riuniti oggi a Gornate Olona per la XIX Assemblea nazionale.
Rispondendo alle sollecitazioni arrivate dalla sala nel corso della prima parte dei lavori, Fraccaro ha ricordato che il governo sta cercando di invertire la tendenza a penalizzare gli enti locali con tagli continui: “abbiamo stanziato 1 miliardo e 900 milioni direttamente ai Comuni e, con sorpresa anche di molti burocrati, questi soldi sono già stati quasi tutti spesi”.
Il ministro ha evidenziato il ruolo centrale degli amministratori locali per il rilancio dei territori. “I sindaci conoscono il loro territorio – ha aggiunto – e sanno come investire per farlo crescere”. Quanto poi alle richieste avanzate dai sindaci, come quella di una flat tax territoriale e di una fiscalità di vantaggio, Fraccaro ha detto: “Mi piace come proposta”. “La fiscalità sarà al centro della prossima manovra e del dibattito che avremo con la Commissione europea. Il nostro obiettivo – ha annunciato – è quello di chiedere più margine a livello centrale per trasferirlo proprio ai Comuni”.
Infine, parlando a margine dei lavori il ministro ha aperto alla proposta avanzata in apertura dal coordinatore nazionale Massimo Castelli di istituire una indennità di missione per gli amministratori locali, da commisurare alle responsabilità assunte. “E’ sicuramente una idea positiva che mi risulta sia stata applicata già con successo in altre realtà europee. Posso solo dire che mi sono accorto nella mia esperienza che a livello centrale ci sono troppi politici a livello centrale e politici troppo poco pagati sui territori. Questa verità la dobbiamo affrontare”, ha concluso il ministro.
L’intervento del sottosegretario all’Interno Stefano Candiani