Dalla riqualificazione dei quartieri Brancaccio e Zen a Palermo alla rifunzionalizzazione delle ex Officine Meccaniche Reggiane di Reggio Emilia, passando attraverso gli interventi di innovazione tecnologica per Firenze,la ‘ricucitura urbana’ del quartiere napoletano di Scampia e la rigenerazione del tessuto urbanistico di Agrigento. Sono alcuni dei 96 progetti presentati da 326 tra Comuni e Città Metropolitane e che al momento sono stati stoppati dal decreto Milleproroghe che ha congelato le risorse del Bando Periferie rinviando il tutto al 2020. A metterli in fila per esporli a Palermo è stata ‘I World’, che con il patrocinio di Anci Sicilia, Anci nazionale e Regione Siciliana ha dato vita alla mostra multimediale ‘Milleperiferie’ che sarà aperta a Palazzo Bonocore di Palermo fino al 25 ottobre. Un modo per protestare contro il blocco di somme su cui tanti comuni italiani avevano puntato per dare una svolta in termini di recupero sociale e riqualificazione rispetto alle attuali condizioni di degrado di molte periferie.
A mettere insieme sindaci di diversi schieramenti un documento unico a cui hanno aderito numerosi comuni italiani. Capofila Palermo: “E’ in gioco la dignità istituzionale dei Comuni – ha ricordato il sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando, nel corso della conferenza stampa -. Non siamo dei ‘ricettori di contributi’ ma eroghiamo servizi fondamentali per i cittadini. Siamo davanti a una barbarie istituzionale, auspico un ravvedimento da parte del governo”. Con Orlando, che sul tema è arrivato al muro contro muro con Palazzo Chigi arrivando a disertare la visita ufficiale del premier Giuseppe Conte lo scorso 14 settembre, tanti sindaci: in prima fila a Palazzo Bonocore c’era anche il primo cittadino di Matera, che sarà Capitale europea della cultura 2019, Raffaello De Ruggieri, ma alla chiamata di Orlando hanno risposto anche le amministrazioni di Campobasso, Ravenna, Ancona, Varese, Bologna, Agrigento, Caltanissetta, Siracusa, Enna, catania e tanti altri.
“Il bando periferie significa dare linfa e supporto alla scommessa di rinascita avanzata da tanti per il centro storico della nostra città – ha affermato il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto -. Per la nostra realtà significa abbandonare ogni fatalismo, vincere la tendenza all’isolamento e alla perenne attesa. Significa soprattutto mostrare la voglia di tanti cittadini di investire sui giovani, sull’ospitalità turistica e sull’accoglienza”. Nella vicina Caltanissetta è finita in standby la rigenerazione sociale per il quartiere Santa Barbara: nove milioni di euro per 17 progetti presentati. A Enna la periferia est della parte bassa della città dovrà attendere per la sua riqualificazione che avrebbe portato investimenti per 4,6 milioni di euro. Siracusa vede invece fermarsi i lavori di pavimentazione stradale di corso Umberto e il progetto di connessione tra la stazione ferroviaria e piazzale Marconi. Nella città di Archimede sono previsti nove interventi che “se effettivamente realizzati – ha sottolineato il sindaco Francesco Italia – darebbero nuovo decoro e dignità ad ampie parti delle periferie, alcune delle quali assai degradate, restituendo sicurezza e vivibilità agli abitanti”.