La pandemia da Covid-19 ha profondamente modificato la vita e le consuetudini dei residenti delle città di gran parte del mondo. Nell’arco di alcuni mesi sono cambiate, in misura tangibile, molte delle abitudini degli abitanti e quindi i modelli organizzativi delle rispettive città. Parigi non fa eccezione a questo radicale mutamento di assetti e di prospettive, già impegnata in avanzati progetti di trasformazione in senso smart. Ora, la capitale francese sta lavorando a un nuovo progetto urbanistico “rivoluzionario” che tenga conto della delicata fase post-pandemia: “La Ville du quart d’heure” – la Città del quarto d’ora – con l’obiettivo di trasformare la metropoli in un posto dove i cittadini potranno raggiungere i servizi e soddisfare i propri bisogni, dalla cultura allo shopping, in soli 15 minuti, piedi o in bicicletta. Sponsorizzato dal Sindaco, Anne Hidalgo, potrebbe stravolgere completamente il concetto attuale di metropoli, poichè nel nuovo modello il tempo delle persone avrà un ruolo di primaria importanza.
Finora la sfida è stata far raggiungere ai cittadini punti distanti, all’interno di una stessa metropoli, nel minor tempo possibile: proprio per questa ragione è particolarmente difficile diminuire la spesa, in termini di tempo, per arrivare sul posto di lavoro o per usufruire di determinati servizi. Con “La Ville du quart d’heure”, invece, l’obiettivo sarà ridurre le distanze per raggiungere uffici, scuole, supermercati, parchi pubblici, strutture per praticare sport, piazze per cultura e spettacoli, negozi per lo shopping. Favorendo i servizi di prossimità, ogni arrondissement (circoscrizione municipale di Parigi) diventerà autosufficiente.
Per rendere questa meta apparente utopica realtà effettuale, il progetto prevede la costruzione di una pista ciclabile in ogni strada della capitale francese, consentendo alla bicicletta di diventare un mezzo di locomozione efficace grazie a un processo di rimodulazione urbana. Come? Incentivando lo sviluppo di attività commerciali di quartiere, costituendo spazi culturali, potenziando la sanità in ogni arrondissement e moltiplicando le funzioni degli edifici che di solito hanno un uso esclusivo. Sta venendo alla luce, in altre parole, un’inedita visione ecologica in grado di fornire nuovi stimoli alla vita sociale dei quartieri, favorendo la coesione fra le persone che li abitano. Ma non basta. L’altro ingrediente fondamentale del processo di trasformazione urbana che investirà la Ville lumiere sarà il binomio smart city/smartworking, declinato in maniera originale. Ad esempio, implementando uffici o coworking di quartiere (a disposizione di tutti), dove sia possibile andare a lavorare, a piedi o in bici, in soli 10-15 minuti, appunto. Si abbatteranno così i tempi medi che occorrono per recarsi nell’ufficio della propria azienda situato, magari, nel centro storico o, al contrario, in una zona industriale parecchio distante da casa. L’officina della “Città in un quarto d’ora” è partita. Fra qualche tempo vedremo se la sfida sarà vinta.