I principali risultati ottenuti nei due anni di progetto si possono riassumere in: 14 formazioni, 4 video, 7 eventi, 100 operatori/operatrici della rete provinciale formati/e, 25 operatrici del centro antiviolenza coinvolte, oltre 100.000 persone raggiunte tramite i social media, 1 pubblicazione, 1 schema di protocollo, 1 sportello dedicato, 1.000 brochure informative multilingua distribuite, 11 donne con background migratorio formate, 10 mercati cittadini visitati dall’Empower-van.
Il progetto ha favorito la diffusione di una maggior consapevolezza sull’importante strumento del permesso di soggiorno per motivi di violenza domestica previsto dall’art. 18-bis del Testo unico immigrazione che rimaneva poco utilizzato sul territorio. Poter riflettere sulle forme di violenza maschile di cui fanno esperienza le donne con background migratorio, così come approfondire i significati e le implicazioni operative di una presa in carico orientata all’autonomia e all’empowerment, sono stati passaggi fondamentali per sviluppare e condividere strumenti, metodi e pratiche coerenti con un’ottica di genere.
Al di là delle attività realizzate, il progetto “Seconde a nessuno” ha contributo ad aprire nuove modalità di collaborazione con la rete delle realtà istituzionali e del privato sociale che si occupano di violenza maschile contro le donne e accoglienza di persone straniere nel territorio di Padova.
In linea con i dati nazionali che rilevano che il 90% delle donne non denuncia la violenza, anche le donne straniere che non denunciano le violenze o la loro discriminazione costituiscono un numero significativo; in quanto in alcuni casi, la scelta di chiedere aiuto può comportare il rischio di essere stigmatizzate ed escluse dalla comunità di appartenenza.
“Nei Centri antiviolenza, afferma la presidente del Centro Veneto progetti donna Mariangela Zanni arrivano donne di diverse nazionalità, circa il 25% del totale delle donne accolte e con diversi vissuti di maltrattamenti. Mentre non cambia la metodologia di intervento, cambiano le opportunità che hanno le donne di poter uscire dalla violenza a seconda della loro posizione nella società, o di quello che la società e il territorio mettono in atto per la protezione e l’empowerment sociale ed economico delle donne”.
Il progetto è stato finanziato dal Dipartimento per le pari opportunità, con capofila il Comune di Padova, e partner il Centro Veneto progetti donna, il Centro di Ateneo per i Diritti umani “Antonio Papisca” dell’Università degli Studi di Padova, il Comune di Este, l’associazione Arising Africans e la cooperativa Rel.Azioni positive.
Fonte: Comune di Padova