Arriva finalmente il vademecum per risolvere ogni dubbio in fatto di permessi retribuiti nella Pubblica amministrazione, compresi quelli previsti dalla legge 104 del 1992 sulla tutela dei disabili e di chi li assiste.
Un vademecum che cancellerà tutti i dubbi sollevati dalle amministrazioni pubbliche in fatto di permessi retribuiti. E’ l’Aran, l’Agenzia che si occupa di pubblico impiego, a mettere in fila tutti “gli orientamenti” forniti negli anni in una “raccolta sistematica” ora pubblicata sul suo sito. Si va dai permessi familiari a quelli per motivi di studio, passando per la legge 104 del 1992 sulla tutela dei disabili e di chi li assiste.
Ai ricorrenti quesiti posti dai diversi comparti, dalla scuola ai ministeri, circa la possibilità di fruire dei permessi della legge 104 anche per frazioni d’ora, ovvero per minuti, l’Aran dà sempre la stessa indicazione. Il contratto, spiega, fa esclusivamente riferimento ad una fruizione “oraria” dei tre giorni di permesso mensile previsti: quindi o si prendono tre giorni o 18 ore. “Non si ritiene, pertanto che la predetta norma possa essere interpretata nel senso che il dipendente abbia facoltà di fruire dei permessi di cui alla legge 104 del 1992 anche per frazioni di ora”.
La “raccolta sistematica” degli orientamenti dell’Aran viene pubblicata alla vigilia della riapertura della contrattazione, che metterà sul tavolo tutta la materia che riguarda le malattie e i permessi. Lo prevede lo stesso accordo del 30 novembre tra ministero della Pubblica Amministrazione, guidato da Marianna Madia, e sindacati. Si dovrebbe parlare quindi anche di permessi della legge 104. Si tratta, appunto, di legge, quindi i contratti di lavoro non potranno modificarla, nulla cambierà dal punto di vista normativo con i rinnovi.
Ma qualche spazio d’intervento, con l’obiettivo di contrastare cattive condotte, c’è. Sulle regole di preavviso, per esempio, oggi non c’è niente, manca un orientamento e tutto è rimesso al buon senso. Si potrebbero prevedere dei tempi minimi o dei piani organizzativi, ovviamente nel rispetto delle singole situazioni. Altri paletti potrebbero riguardare la cosiddetta ‘comprova’: chi va via per assistere un parente malato fuori città deve portare la ricevuta del biglietto del treno o dell’aereo. Insomma l’assenza dovrebbe essere in qualche modo preannunciata per tempo e resa per così dire ‘tracciabile’.