La scorsa settimana a Bruxelles presso il Parlamento europeo le Reti di Riserve hanno ottenuto la Carta europea del turismo sostenibile (Cets). La certificazione va ad aggiungersi a quelle già ottenute dal Parco Naturale Adamello Brenta e dal Parco Paneveggio Pale di San Martino. “Siamo veramente molto soddisfatti – ha detto l’assessore all’Ambiente, Mauro Gilmozzi – di ricevere un riconoscimento così importante, che proietta le aree protette del Trentino in una dimensione internazionale e che gratifica l’intera comunità per lo sforzo collettivo fatto in molti anni. Si conferma la centralità del tema ambiente sia nell’agenda politica ed amministrativa della Provincia autonoma di Trento che nella sensibilità comune. La tutela e valorizzazione del contesto naturale è oggi uno dei driver più importanti per lo sviluppo”. Della delegazione trentina ha fatto parte anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Brentonico, Alessandra Astolfi, in rappresentanza di tutti i Comuni. “Sono orgogliosa – ha aggiunto Astolfi – di rappresentare le reti; un’esperienza nata dalla comunità, dai cittadini, dagli operatori economici, dall’associazionismo e diventata un progetto che ha ottenuto un riconoscimento così importante”.
Ad essere premiato a Bruxelles è stato l’impegno delle Reti che, insieme ad istituzioni pubbliche, operatori privati ed associazioni, hanno lavorato su progetti di sviluppo sostenibile del territorio. E’ stata anche riconosciuta l’idea di candidare alla Carta non una singola area protetta ma l’intero sistema delle reti di Riserve.
La Carta europea del turismo sostenibile è stata elaborata nel 1991 dalla Federazione Europarc, un’organizzazione che riunisce più di 400 aree protette. A fare da sfondo alla sua diffusione c’è anche il passaggio da un’idea di mera conservazione e tutela ambientale passiva ad un concetto di conservazione attiva, che vede anche le aree protette come motori di sviluppo sostenibile. Oggi sono trenta le aree protette italiane certificate, sulle 143 certificate in totale in Europa.
“Il Trentino – ha sottolineato il dirigente del Servizio sviluppo sostenibile e aree protette Claudio Ferrari, presente all’evento – è una delle destinazioni turistiche più conosciute in Europa, basti pensare alle Dolomiti e al Lago di Garda, ed oggi anche le aree protette dimostrano che l’approccio sostenibile al turismo costituisce un modello possibile per il futuro”.
Per il quinquennio 2017-2021 in tutto il sistema sono state messe in campo 232 Azioni locali, per un valore complessivo di 10 milioni di euro di investimenti, pari a circa 2 milioni di euro all’anno, di cui oltre il 36% messo a disposizione direttamente delle Reti di Riserve, circa il 20% da altri enti pubblici del territorio, il 41% dagli operatori privati e dalle associazioni del territorio e il 3% da altri soggetti. Come detto, questa certificazione va ad aggiungersi a quelle già ottenute nel 2006, tra i primi parchi in Italia, dal Parco Naturale Adamello Brenta (rivalidata nel 2012 a conferma della qualità del lavoro portato avanti insieme ai suoi 38 Comuni ed oltre 30 partner territoriali) e più recentemente dal Parco Paneveggio Pale di San Martino. Nel 2018 anche il Parco nazionale dello Stelvio intende candidarsi alla Cets: nel settore trentino il percorso partecipato con i portatori di interesse locali è già cominciato.
A breve il Trentino potrà quindi contare su oltre un terzo della superficie dove vengono testate ed attuate azioni di turismo sostenibile da parte di attori locali in collaborazione con le aree protette, iniziative pronte per essere poi disseminate in tutto il resto della provincia. Attualmente le reti di riserve del Trentino certificate sono: Parco naturale locale Monte Baldo, Bondone, Alta Val di Cembra – Avisio, Sarca Basso Corso e Sarca Alto Corso, Alpi Ledrensi, Fiemme – Destra Avisio, Alto Noce.